giovedì 27 settembre 2007

Ritmi trascinanti


Ho avuto la possibilità di vedere gli Stomp.
Per chi non lo sapesse si tratta di un gruppo di artisti che ha scelto il ritmo e l'acrobazia come strumento per esprimersi.

Pertanto, durante tutto lo spettacolo di due ore, che richiede una notevole dose di forza ed energia da parte della Compagnia, viene messa in risalto la maestria, la forza fisica, la coordinazione personale e corale, il senso del ritmo e talvolta anche l'eleganza delle scene.
Il ritmo è il signore incontrastato di tutte le acrobazie. Partendo da semplici gesti quotidiani, come spazzare il pavimento, gli otto artisti riescono a giocare, creare, far divertire e coinvolgere il pubblico.

Sembra uno spettacolo che conduce agli albori dell'uomo, il tutto in senso positivo, poiché rende l'essenziale, palesa il gusto per la rivalità, per la coralità, il tutto mediante suoni e acrobazie che si alternano, rincorrono e contrastano.

Talvolta lo spettacolo è simile alle danze degli All Black, altre volte è simile alle danze spagnole oppure al balli di strada dei quartieri "alternativi", altre volte è vicino a sonorità e riminiscenze sonore protoindustriali, o alla locomotiva che invade il Far West. Comunque i movimenti dei nostri otto sono sempre perfettamente a tempo.Impressionanti.

Forse due ore di ritmo possono sfibrare ma a "spezzare" il tempo e allontanare anche solo il rischio della monotonia vi sono le scenette di uno dei componenti, poi diventato il beniamino del pubblico, che ironizza sui compari e se stesso.

Uno spettacolo davvero godibile. Consigliato


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giovedì 20 settembre 2007

Racconta tu

Ogni volta che, con animo sereno, si frequentano luoghi in cui si è a contatto con la sofferenza non si può far a meno di notare come fragile sia l'uomo. Sembra una profonda e al contempo banale considerazione, però mi pare opportuno farla ugualmente.

Mi riferisco soprattutto all'atteggiamento che spontaneo emerge tra occasionali vicini in quelle sale d'aspetto.

Ciascuno ha una storia mirabile, incredibile, ma soprattutto personale (o quasi) da raccontare: deve essere raccontata ai presenti affinché possano rimanere ammirati della fortuna dell'oratore o indignati dall'imperizia del medico sciagurato.
Tuttavia, è opportuno non essere i primi ad iniziare questa tenzone silenziosa. Infatti si assiste a brevi dialoghi di studio accorto e prudente per sondate gli uditori: frasi tipo da quanto tempo è ricoverato, o sotto cura, oggi cercano di dimettere presto, però... Oramai la tecnologia che hanno fa vedere tutto tuttavia...
A me è capitato di sentire questo dialogo:
"Si figuri che qui al pronto soccorso non si sono accorti che mi ero rotta 9 costole! Solo il giorno dopo al pronto soccorso di xx si sono accorti!"
"E a me che per sei mesi di esami non si sono accorti di un calcolo. Pensi che si vedeva soltanto se mi facevano la radiografia da disteso perché da impiedi si nascondeva sotto qualcosa!"
Io volevo dire: "Pensate che proprio oggi non si sono accorti che ero già morto!".

Ma forse ho fatto bene a tacere.

lunedì 17 settembre 2007

Parole chiare

Una parola che si sente dire non solo dalla gente "comune", ma purtroppo anche dai giornalisti, è inquietante.
Oramai la povertà di linguaggio e di vocabolario di chi per mestiere (non per maestria) lavora con le parole è imbarazzante... ops inquietante.
Forse per utilizzare forme verbali riconoscibili (alias che non riescano ad accendere il cervello di chi le ascolta), forse per un abuso di slogan o di frasi fatte (alias parole che non possano accendere il cervello di chi le ascolta) o forse per una male appresa arte della retorica, il vocabolario della lingua italiana è vilipeso ed offeso da una povertà figlia della pigrizia e dell'ignoranza.

Un esempio di retorica male applicata, e una figuraccia cui si poteva ovviare semplicemente capendo le parole usate, è un recente servizio televisivo che ho ascoltato.
Il discorso era incentrato sull'anniversario della morte della giornalista Oriana Fallaci.
Non credo servano parole di presentazione in merito.
Però l'autore del servizio televisivo la descrive come una testimone del nostro tempo.

Ora mi sembra proprio una frase opinabile o più precisamente sbagliata.

Non si può certo descrivere Oriana Fallaci come una impassibile macchina da presa, come una persona che semplicemente osserva e ricorda passivamente quanto le capitava di vedere e ciò a cui assisteva.
A mio avviso (di serie B), più che testimone è stata una protagonista del nostro tempo, con idee, scritti, libri, opinioni chare e sempre espressi in maniera incisiva e capace.
Quindi, per lei, testimone è, retoricamente, parzialmente riduttivo.

venerdì 14 settembre 2007

Turista perfetto

Ho avuto la fortuna di poter viaggiare. Sono andato in terre lontane per motivi pieni di gioia.
Come me, in giro per le strade della mia magnifica meta cittadina del 1700, vi erano altri turisti.
Sembravano super organizzati, seguivano diligentemente, come avrei fatto anch'io, la guida nei musei, nei locali, nei distributori di souvenirs.
Salivano, pecore mansuete, su tutti i pullman, carrozze o traghetti fosse previsto dal programma, riuscendo ad ottimizzare il numero di musei, palazzi, chiese o quant'altro visitati.

Tuttavia se il turista è l'ultimo residuo dell'uomo viaggiatore ed esploratore di un tempo, che incontrava nuovi popoli, che era mosso dalla curiosità, mi chiedo se quest'ultimo non sia davvero estinto.
Più che dalla curiosità mi sembrava che la pacifica orda fosse guidata da quello spirito adolescente che spronava, durante la collezione di figurine, gli accaniti a sfogliare le doppie di amici o rivali e sciorinare la famigerata litania dei célo célo manca manca.

Spero pertanto di riuscire a cogliere in me questi sintomi, quando cioé avere la foto è più importante di sapere cosa sto fotografando, o capire cosa spinse l'autore a realizzare quell'opera è più importante di dire "ci sono stato".
Spero di avere sempre la curiosità di capire.
Quanto poi ad incontrare un popolo diverso dal mio,... bhé spero di aver la pazienza e il buon gusto di incontrare le persone.

La foto si riferisce ad un affresco di una villa poco conosciuta e ancor meno frequentata da turisti: célo!! Io ci sono stato :)