martedì 30 ottobre 2007

Amarezze varie

Vite più o meno frenetiche, affaccendate, frettolose, concitate, affollate di impegni inutili o (per fortuna) ricercati e agguantati...

In tutto questo la sana calma (bene sempre più prezioso e raro) rimane alla porta con sorriso alla Monnalisa tra il dispiaciuto, il sornione, il paziente. Peccato che il figlio rimanga dietro di lei nascosto e noi scomodi maggiordomi di noi stessi rendiamo il nostro "principale" sempre più orfano di ricchezze e sempre più privo di una nazione e di un processo mentale approfondito cui appartenere.


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Resident Evil: Extinction - Recensione



Premetto non ho visto i prequel di questo film.

Siamo nel profondo incubo che periodicamente la fantascienza evoca. La razza umana, a causa delle azioni di qualche "professore" senza scrupoli, rischia la sopravvivenza. Solo pochi eletti, consapevoli della portata delle loro azioni in difesa del genere umano possono tentare di salvarlo.

Il pericolo è rappresentato dal un virus che rende gli uomini: non morti. Costoro, oltre ad avere una smodata fame di carne viva, una forza erculea, un'intelligenza infima, la possibilità di trasmettere il virus mediante i morsi, possono essere definitivamente uccisi solo se la cervice subisce una lesione "terminale", ad esempio con un colpo di pistola, un macete, o quant'altro.

Ma il virus ha bruciato tutta la vita sulla terra non solo quella degli uomini; così gli unici che sembrano sopravvivere in tanta apocalisse, oltre alla nostra protagonista Milla immune a tanta sfiga, sono i membri della Umbrella corporation, la società i cui membri sono responsabili della creazione e propagazione del virus; sopravvivono poiché rintatati in blindate residenze sotterranee.

Il film coi soliti, sempre efficaci mezzi cinematografici, qualche spavento lo fa prendere; tuttavia oltre ad essere abbastanza breve (cosa che da un certo punto di vista può essere l'unico pregio) è perticolarmente scontato sia nello sviluppo che nella conclusione aperta ad un altro episodio.

A causa del fatto che è stato tratto da un videogioco, il film ne risente. i cattivi sono a "livelli" di difficoltà e abbastanza prevedibili, così come di già visto risulta l'atmosfera alla Mad Max, o la metafora ceh alcuni uomini sani sono più cattivi e "morti" di tanti infetti.

Insomma, Milla non può bastare a rendere questo film degno di esse e visto.

Evitate


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mercoledì 24 ottobre 2007

Ratatouille - recensione

Finalmente un film d'animazione bello e accativante.
Protagonisti simapatici, antagonisti cattivi, spregevoli e credibili.

Ratatouille è la storia di due disadattati che simbioticamente emergono faticosamente nel mondo la fuori.
Remy, topo dall'olfatto sopraffino, curiosando nella vita degli umani conosce virtualmente, tramite la televisione, il cuoco Gusteau e i suoi consigli. Anche a causa di ciò si sente sempre un po' diverso dalla sua famiglia.

Invece, dall'altra parte della creatura simbiotica, c'è il giovane Linguini, un ragazzo con poche speranze, ancor meno pretese e adeguate incapacità da cuoco. Dinoccolato, imbranato e pauroso combina solo guai e si trova dentro una vicenda che, prevedibilmente, gli scivola di mano.

Il primo sente il bisogno di elevarsi dal suo stato, desidera una evoluzione, un miglioramento della propria condizione poiché ha visto e capito cosa gli era davanti, il secondo invece cerca solo di essere adeguato alla situazione in cui si trova.

Questo rapporto dinamico tra i due e i loro rispettivi desiderata muove la trama.

A perfetto compendio vi sono anche personaggi che con diversi intenti cercano di fermarli (chi per un proprio interesse chi credendo di fare del bene).
Inoltre vi sono altri personaggi che con tempi comici mirabili rendono ancora più gustoso il film.
Nonostante siano personaggi digitali, a mio avviso il film è molto recitato. Non ci sono solo le pur esilaranti fughe, i concitati inseguimenti, le impreviste cadute, ecc...
I personaggi recitano, e lo fanno bene. Le gag sono sia di movimento o acrobazia sia di situazione. Ad esempio basti ricordare che in una scena è sufficiente l'inquadratura di un pollice a far ridere.

In definitiva il film è bello riuscito divertente. Giudizio : Soddisfazione massima.




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martedì 16 ottobre 2007

Stardust - Recensione


La favola moderna scritta da Neil Gaiman è stata trasportata al cinema.
L'atmosfera che il libro riusciva a creare attorno al lettore è stata riprodotta abbastanza fedelmente. Non così fedelmante, invece, è sta ta trasposta la trama.

Complessivamente (a parte un episodio, verso la fine, rilevante per la trama in cui davvero non sono riuscito a capirne il motivo..) il film riesce a coinvolgere lo spettatore.

Si riesce ad assaporare le atmosfere rarefatte, l'aria pura e le infinite possibilità che il mondo "oltre il muro" promette e permette.

In poche parole il film è la trasposizione dei temi classici: la felicità è più vicina di quanto ci si aspetti nonché le capacità di ognuno emergono alla bisogna.

Nel film si intrecciano e convivono l'aspetto romantico, avventuroso, comico e anche quello gotico, il tutto ovviamente sostenuto da un cast di prima scelta.
Credibili e apprezzati Tristan (interpretato da Charlie Cox), la smorfiosa Victoria (un'interessante Siena Miller) e la splendente stella caduta Yvaine (Claire Danes).
Un po' macchiettistico è risultato De Niro nei panni di un pirata...
Ottima la prestazione artistica della perfida strega Michelle Pfeiffer, tanto cattiva quanto miracolosamente bella nonostante l'età.
Come compendio ci sono anche altri personaggi che non solo rendondo più completa la descrizione del mondo delle favole, ma la arricchiscono: i simpatici fratelli (ciascuno ansioso di diventare il nuovo re) pretendenti al trono di Stormhold che utili ad alleggerire la narrazione (peraltro mai noiosa, anzi) e a fornire spunti umoristici contribuiscono al divertimento; nonché il guardiano del muro o i rudi pirati.

Un film bello edificante e divertente.
Consigliato

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mercoledì 10 ottobre 2007

Surfs up - recensione



Un altro prodotto sintetico sui pinguini dalla genuinità autentica!
Questo film di animazione in computer grafica è la storia di un pinguino sognatore di Ghiacciano Terme che contro tutti e tutto riesce a coronare il suo sogno di diventare surfista professionista.

Incontra uccelli effemminati frenetici e di buoni propositi, castori (forse) coi capelli a spazzola e polli sinceri(autentici). Il tutto in memoria di un leggendario surfista (pinguino pur'esso) e contro il cattivo borgataro (almeno nella versione italiana) 'distruggitore' di avversari.

Interessante anche lo sviluppo della trama (la trama in sè resta prevedibile) poiché è costruita come una sorta di retrospettiva con le interviste alle persone che conoscono il protagonista coraggioso.

Alcune scenette con i famigliari e amici sono esilaranti.
Consigliato.




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martedì 2 ottobre 2007

Ramayan - recensione

E' la prima volta che mi accosto ad un fumetto indiano, credo poi di essere in buona compagnia per la verità.

La storia, a quanto dice la copertina rielabora i miti indiani e offre una visione attuale disegnata Abhishek e sceneggiata da Dasgupta.

Francamente sembrerebbe tutto già visto: una antica e altezzosa civiltà in declino, un olocausto antico, dei saggi non ascoltati, una lotta interna tra le mura della reggia e un'ingiustizia palese perpetrata al protagonista Rama (di sangue e cuore nobili) e la fine del mondo in arrivo.

Tuttavia la storia (a parte la difficoltà nel riconoscere e leggere nomi chiaramente non appartenenti ai nostri linguaggi) procede bene, i disegni sono sempre molto dettagliati, anche se rifiniti come schizzo, e sono funzionali e comunicativi, inoltre le decorazioni esotiche (per il mio gusto) contribuiscono a creare l'atmosfera giusta.

Pertanto alla fine del primo libro (sembra ne siano previsti in tutto tre) mi spiaceva di non avere sotto gli occhi gli tra le mani gli altri volumi. In buona sostanza sono stato contento dell'acquisto fatto.

Bene bravi ancora.


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lunedì 1 ottobre 2007

Hairspray - recensione

In una America degli inizi degli anni sessanta, ancora tranquilla, in cui lentamente gli anni cinquanta si stavano spegnendo, una cicciottella ragazzina con tanti sogni e una bella voce scombussola la vita di Baltimora.

Il sogno di costei è andare a ballare in televisione, insomma fare la velina ante litteram anche se con la capacità di cantare e ballare. Nella realizzazione del suo percorso trova ad ostacolarla una freddissima e spaventosamente bella Michelle Pfiffer che interpreta una mamma ambiziosa già vincitrice (ai suoi tempi) di una gara di bellezza che sponsorizza la biondissima figlia carina ma scipita.

Sul tema della realizzazione dei sogni si radicano anche tematiche più serie come il razzismo e la diversità che vengono solo accennati trattandosi di un musical allegro.

Alla fine emergono un Jhon Travolta nei panni abbondantissimi della mamma della giovincella, e la algida (per questa occasione) Pfiffer crudele e spietata pur di riuscire a far vincere alla figlia il concorso di miss Lacca.

Il film un po' lento è decoroso. Tocca e sorvola tanti argomenti, ma senza lasciare il segno. Le canzoni carine non sono memorabili.

A prezzo ridotto può valere la pena.


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