lunedì 28 aprile 2008

Intenti

E' fastidioso incontrare connazionali che all'estero perseguono l'unico scopo, forse enigmisticamente ma non enigmaticamente, di cambiare in prima persona accento durante il
loro soggiorno.

venerdì 18 aprile 2008

Scoprirsi

Noi Italiani, diciamolo, abbiamo i polmoni e la bocca piena, per altro a ragione, di orgoglio e prosopopea dei vanti del suolo e del popolo natio.

Possiamo dire senza ombra di essere smentiti che discendiamo da un popolo che grande fra i grandi ha conosciuto (in tutti i sensi) e dominato praticamente su quanto era possibile dominare.
Tuttavia dopo tanta magnificenza, capacità di rendere proprio o di rielaborare patrimoni culturali altrui, capacità di assoggettare monti, valli, acque, fuoco, sapienza nel piegare il caos con arguzie, ragionamenti, drittura e audacia, tuttavia si diceva, anche per loro è venuto il momento in cui la storia (che fino a quel momento avevano guidato) ha cambiato regia.
Ma i loro eredi hanno creato i comuni, le prime università, per non parlare del Rinascimento, che forse con un po' di immodesta possiamo definire l'Arte.

Sicché, per noi che viviamo in Italia, oggi sembra banale tutto questo, passeggiare per piazze che sono state concepite da architetti mirabili, o adattate da geni assoluti, osservare decorazioni di una precisione e senso artistico micidiali, godere dell'armonia e del gusto dei nostri centri storici.

Per altri riuscire ad ottenere gusti simili a quelli cui non siamo (o dovremmo essere) avvezzi e che la storia distilla è frutto di faticosi anni di studio e applicazioni.

Inoltre questo 'spirito guerrier ch'entro CI rugge' si è palesato in altri modi, non solo nel dominare, gestire, apprendere e plasmare quanto i sensi offrivano, ma proprio nell'anelito di conoscere quanto invece ci era precluso. Non per niente eravamo un popolo di navigatori ecc...

Ora, con queste un po' grossolane e indulgenti premesse, paremi che molto di ciò che caratterizzava i nostri avi sia venuto meno. Il Marco Polo della situazione, punto di riferimento ed esempio di viaggiatori e amanti dell'incontro con altre civiltà, è diventato Palo fisso nella volontà di non allontanarsi da terreni battuti (fisici e non) per ridurli a comprensibili e dominabili.

Mi sembra che oramai il viaggio, soprattutto fisico, resti sempre più strumento di fuga o ristoro (per altro quest'ultimo certamente non biasimevole) e non scelta di apprendimento.

Il viaggio (o l'approfondimento) come categoria dell'Uomo si è perso; è diventato, invece, categoria della fruizione, del divertimento, manifestazione dell'immobilismo.
Ciò che arricchiva dentro, ora impoverisce non solo fuori.
L'anelito, la scintilla verso il di più inteso come meglio ora è diventato miseramente appetito verso il più nel senso di maggiore.

Talvolta i viaggi o i progetti delle persone sembrano avere l'unico scopo di far restare a casa la parte nobile dell'uomo.

Pertanto, un po' Cassandra, un po' Brancaleone, un po' Rustichello da Pisa spingo al meglio per incentivare, per invogliare, per spronare (anaforicamente e non metaforicamente) a mantenere caratteristiche che geneticamente ci appartengono, me e i miei lettori.

Quindi spero di aver mostrato (sicuramente in modo approssimativo ed indegno), come anche un viaggio attraverso un foglio bianco, uno schermo vibrante e vuoto, una sera silenziosa, ma ticchettante di pioggia, possano manifestare audacia, arguzia e ragionamenti, intesi come percorso nell'ignoto, scoperta autentica e appropriato ristoro.

Ad majora!


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mercoledì 16 aprile 2008

Pulizia

Inizio a credere che la mia città non sia così pulita come credo.
Inizio a credere, invece, che i cittadini riescano a sprecare grandissime quantità di cibo per le strade.
Si solo per le strade.
Forse a causa del fatto che non mi è mai stato necessario cercare questi rifiuti, non ha mai prestato l'eventuale adeguata attenzione a questo tipo di problemi.
Pertanto evidentemente la mia città è una bengodi di cibo e trastulli per animali.

Ma a dire tutta la verità quanto ho affermato è solo una deduzione.
Purtroppo bruciante e un po' caustica sebbene in prima facie avvalorata dai fenomeni suddetti.

Infatti oggi ho incontrato per la città una quantità di sfaccendati, e purtroppo maleodoranti (non metaforicamente), maleducati (nella migliore delle ipotesi), volgari, cafoni che bighellonavano in cerca di meta.

Le attività cui ho assistito messe in atto da ragazzini sui vent'anni, e ansiosamente tutte questa sera, andavano dal tampinare e proporre buffonescamente avances a signore che potevano essere loro nonne, sputare reciprocamente sui tranci di pizza che avevano in mano, non permettere di parcheggiare ad un paio di ragazze che tornavano a casa dopo essere state in azienda, rompere bottiglie di birra e mettere i vetri sotto le ruote di macchine parcheggiate.

Il tutto da gruppi diversi di ragazzi.

MI spiace proprio che non ci siano più tanti zoo, le gabbie hanno il loro perché.


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martedì 15 aprile 2008

Alla ricerca dell'isola di Nim - Recensione


Il film è una fresca bevanda per bambini che volontariamente e piacevolmente ho assaggiato con gusto.

La trama è semplicissima: padre biologo e figlioletta vivono su un isola piccolissima staccati dal mondo ad eccezione di un computer e internet.
La bimba di nome Nim, appunto, ha il suo mondo fatto di salsiccia (un otaria), di virgola (una coraggiosa lucertola) e di Galileo un pellicano con l'hobby del faidate. Inoltre Nim ha una passione smodata per Alex Rover un eroe di romanzi di avventura.

Poi il padre rimane disperso in mare a causa di una tempesta proprio mentre Alex Rover chiede un consiglio al biologo.
La figlia sovrapponendo i ruoli chiede al suo mito di aiutarla. La scrittrice allora... darà il meglio di sè.

La trama è semplice e lineare. Varie disavventure al padre (quasi emulo di Ulisse), una scrittrice di romanzi di avventura con esaurimento nervoso in crisi creativa e l'azione coraggiosa in difesa della propria vita di una piccola, determinata e spaventata adolescente.

Molto divertenti i siparietti della scrittrice Jodie Foster col proprio alter ego letterario che argutamente bastona fobie e pretesti della donna, mentre Gerard Butler (Alex Rover e biologo) emerge egregiamente nei due ruoli.

Anche gli animali sono molto simpatici e quasi umani contribuendo ad un'atmosfera da fiaba. L'isola poi sembra davvero meritevole.

In definitiva Il film è molto piacevole, divertente e frizzante; rasserenante e conciliante; simpatico e godibile: consigliato agli eterni bambini


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giovedì 3 aprile 2008

Idee, pensieri, parole

E' sempre più traumatico vedere come l'inversione e il rallentamento del normale svolgersi dell'attività cerebrale provochi danni.

Gli evoluzionisti dicono che il nostro cervello, che pesa circa 2% del nostro corpo, assorbe energia e risorse per il 23% circa! Quindi date le risorse a lui allocate è un organo fondamentale e vale almeno dieci volte e sue dimensioni. Ciò è la chiara dimostrazione in considerazione del dispendio energetico che necessita, di come la nostra specie abbia puntato sul cervello e i suoi "prodotti" e non sui muscoli o sulla vista o su altri sensi.

Quanto mi colpisce pertanto, è l'involuzione almeno italiana.

Solitamente si parte dalle idee per sviluppare pensieri che possono essere comunicati con le giuste parole.

Purtroppo non è più così. Dopo aver assistito all'impoverimento del lessico e del vocabolario italiano causata da una ignoranza coriacea e pervicace vedo ora il suo progresso...oramai le parole usate da molti sono meno dei centesimi necessari per comprarsi un caffè al bar.

Triste è vedere come conseguentemente anche i pensieri stiano involvendo e talvolta non sono presenti neanche allo stadio larvale.

Ora, lutto al cuore, mi sembra che inizi ad accelerarsi anche il decesso delle idee.

Sarò qualunquista ma almeno so che fobia significa paura e non "passione", che stabilire non è sinonimo di manifestare o indicare, che più parole conosci più pensieri puoi formulare.

Mi viene da dire solo "Cioé ZER0!"


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