venerdì 15 agosto 2008




Mi ha emozionato.

Un film che ha un tratto molto più maturo rispetto al suo precedente. Un film in cui i cattivi riescono a dare credibilità ad una storia fantasy (ideata per fanciulli) e profondità ai personaggi.
Anche qualche colpo di scena permette di rimanere incollati (almeno per me) allo schermo.

In questa trasposizione dei libri di C.S.Lewis i quattro re di Narnia fanno ritorno al loro regno richiamati dal principe Caspian.
Per tutti il ritorno è una delusione. Per i nostri fratelli Pevensie sono passati solo pochi mesi mentre per gli abitanti di Narnia più di mille anni.
Quindi tutti rimangono delusi da questo ritorno poiché si aspettavano qualcosa di diverso: gli abitanti di Narnia i re saggi e forti delle leggende (tali erano diventati) e non i ragazzi semisconosciuti di un millennio prima, i nostri fratelli sognavano la Narnia di quando se ne erano andati, non un luogo devastato da odio e assassinii...
Ma, ciascuno con i propri errori, piano piano si avvicineranno gli uni agli altri.

Perter rimane coerente: sempre presuntuoso, Lucy la più fedele ad Aslan permette con il suo candore e la sua fiducia negli amici di incanalare le energie di tutti verso binari migliori. Azzeccata anche la crescita di Edmund, diventato più pragmatico e meno permaloso (personaggi in cui ancora è viva la vergogna per quanto fatto precedentemente a vantaggio della Regina dell'Inverno).

Ho molto apprezzato la caraterizzazione dei cattivi operata da Castellitto e Favino: una spanna sopra i cattivi. Tanto Tilda Swinton era algida, fredda e crudele perfetta nella sua cristallizzazione di un "cattivo" temibile nelle lande fantastiche di Narnia, Tanto i nostri attori sono concreti, spietati e titubanti in una parola credibili persone vere.Ciò lirende una spanna sopra (soprattutto Castellitto).

Un film non solo per ragazzi in cui l'allegoria e l'apologia diventano arte raggiungendo tutte le età.

domenica 10 agosto 2008

Il cavaliere oscuro - Recensione




Batman è sempre stato il supereroe più ambiguo. Ha fatto della paura il suo potere, la sua maschera, la sua arma, mentre Superman lottava con il coraggio, la moralità, la rettitudine.

Batman è figlio della notte, Superman diventa più forte con la lucedel sole.

Il Pippistrello usava come strumento l'intelligenza la pianificazione l'allenamento, invece Superman si esponeva compariva laddove c'era più bisogno di lui nel momento utile.

Tra i due quindi c'è un abisso.
Ma entrambi riscuotono simpatie: le due anime dell'uomo che emergono sotto l'egida di fare "il bene": il risultato prima di tutto o il modo è già part edel risultato

Questo film che ha poco a che vedere col fumetto omonimo è comunque un bellissimo film.

I temi del mostro, dell'ambiguità, della necessità sono sviluppati molto bene nel film sia facendo emergere le sfumature e e debolezze nei personaggi durante lo sviluppo della trama (due ore e mezza), sia ponendoli in contrasto e in paragone tra di loro.

Batman e il Joker (due mostri per Gotham) si confrontano su priorità e modi, su cinismo e determinazione, su opportunità (l'eroe che serve alla città) e necessità (colui che offre la soluzione ai malavitosi per i loro affari).

Joker (la cui interpretazione mette molto in ombra Batman -senza che a questi faccia piacere-) è mirabilmente ...pazzo... anomico, imprevedibile, inquietante (qui davvero si può usare a proposito la parola) un arma pensante perfetta... Batman un po' rigido e stile Eta Beta pieno di strumenti tecnologici interessanti.

Tutta la partita è giocata all'insegna del 2. Questo numero continua a ripresentarsi ad ogni occasione:
l'antagonismo tra Joker e Batman, le vite di Batman - Bruce, il bipolarismo di Joker, i piani e i doppi giochi sempre presenti, l'ambivalenza delle azioni, le facce di Due-Facce, le trappole incrociate per uccidere le due (ancora una volta) persone care a Batman, i traditori del Procuratore, ecc.

Il film è pieno di colpi di scena e di violenza suggerita (si vede poco ma si riesce a immaginare senza molta fatica troppo) la città non è più la Gotham gotica ma una modificazione di una moderna città qualunque.

Ottima la prestazione del Joker assolutamente credibile nell'essere oltre.

In definitiva Cristian Bale ne esce sconfitto