giovedì 27 marzo 2008

Dragon Wars - Recensione


Si commettono errori...

Ho visto il promo del film e incuriosito l'ho affittato...

Ho fatto male. Il film (con attori semi sconosciuti) ti getta subito nel vivo della trama ignorando ogni fase in cui solitamente si cerca di far partecipare lo spettatore ai drammi o sentimenti dei partecipanti. Tutto è dato per scontato, tutto è così superficiale che anche la sospensione dell'incredulità è stata sospesa, e presto!!

L'unica cosa decorosa sono gli effetti speciali, ma anche questi senza troppi ritocchi.

Non ci sono dialoghi credibili, info dumping da subito, trama banale, elicotteri da guerra e draghi con traiettorie impossibili e caratterizzati da una furbizia nulla.
Un film che da tutto per scontato, forse anche il fatto che alla prima occasione lo spettatore se ne andrà!

Evitate di perdere tempo


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mercoledì 26 marzo 2008

Grande grosso e verdone - Recensione

Tre episodi per mostrare con ironia e amarezza la vacuità delle persone, declinata rispettivamente come pochezza, crudeltà e volgarità.

Verdone è magnifico soprattutto nel dipingere il sempliciotto e i coatti. Eccede a mio avviso nel creare il personaggio del professore, un po' troppo sopra le righe, cogliendo però ugualmente nel segno, in merito ai vezzi e all'ipocrisia premeditata e coltivata.

il film è godibile e allo scrivente è riuscito a trasmettere l'imbarazzo .. di essere così.

Vi sono anche alcuni attori giovani. Alcuni meritano per aspetto e bravura (quanto meno promettenti- Martina Pinto-) altri un po' meno (il figlio del professore).

Il film è sicuramente godibile divertente ma non rasserenante..

Consigliato


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giovedì 6 marzo 2008

Vendetta!

So talvolta di eccedere. Talvolta sono crudele.
Forse molto più di quanto io voglia apparire.
Ma
capita di approvare con tutto se stesso, di aderire ad una scelta e ad
un proprio comportamento crudele, appunto, a causa di pregressi
atteggiamenti altrui.
Ciò anche se lo stesso comportamento è di per sè fonte di fastidio anche per l'agente.

I fatti.
Ero all'estero, ero da solo in aereo. Avevo pregustato il momento in cui, finita la parte che più mi piace (il decollo), sarei stato solo e libero di tuffarmi nel mio libro, che nella fattispecie era Tito di Gormenghast di Peake.

Vicino a me potevo vedere una poltrona vuota, bhé almeno avrei avuto un po' più di spazio. Più a sinistra era seduta una signora non proprio giovanissima, ma comunque parecchio vitale. Decollati sono passate le hostess e successivamente, rifocillato, ho aperto il mio libro con voluttà e iniziato a leggere. Ma solo iniziato.

Beata ignoranza e benedetta temperanza...

La signora al mio fianco con la scusa di riconsegnare alle hostess i bicchierini o altre evenienze, ha voluto chiedermi, nonostante i miei chiari segnali negativi di letterato in erba, cosa avevo visitato, come mi ero organizzato, con chi ero andato, come avevo trovato la città, ecc...
Oramai il piacere della lettura era svanito diminuendo come i chilometri che il velivolo macinava e inversamente al numero di domande cui ancora non avevo risposto rivoltemi dalla mia vicina.
Ho provato dopo ogni mia risposta sintetica a riproporre i segnali di "sipario" del tipo ho il libro, so leggere, ho voglia di leggere, desidererei leggere quanto ho in mano e ostento con disinvoltura, ti ho pure detto che mi piace leggere, allora lo fai apposta!
Tuttavia forse era la signora ad essere analfabeta con riguardo alla prossemica e a certi (nel senso di non isolati e di sicuri) segnali di insofferenza.
Per cui come dicevo (benedetta temperanza) mi sono trattenuto dal comunicarle concisamente, ma con un eloquio ruvido il mio crescente disappunto, anzi ho deciso semplicemente ma crudelmente di assecondarla.
L'ho ripagata con la stessa moneta!

Alla sua domanda sul mio lavoro ho esondato! Due ore e un quarto di discorso, ricco, circostanziato, particolareggiato, noioso come forse mai sono stato. Questa è la "pariglia".

Alla fine del viaggio la signora de io ci davamo del tu da amiconi. Però che dire, la soddisfazione per quel leggero bruciore alle corde vocali che mi era venuto era pari solo alla lunghezza del bottone che avevo attaccato fingendo di non accorgermi del suo libro in mano e scusandomi di essere un chiacchierone.

Ripeto che soddisfazione! W la pariglia!


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