venerdì 28 dicembre 2007

Bee Movie - Recensione
















Chi è sempre ligio al proprio dovere? Tradizionalmente le formiche; tuttavia anche le api sono organizzate e perfettamente disciplinate nei loro compiti.
Cosa accadrebbe se una ape, anziché essere contenta di apare tutta la vita (alias occuparsi dei propri lavori da api) decidesse prima di conoscere il mondo?

E se questa ape poi infrangesse e la regola più sacra che le api solitamente osservano, cioé quella di non parlare con gli umani?
E soprattutto cosa accadrebbe se tutte le api smettessero di apare insieme?

Il film risponde a queste domande in maniera abbastanza banale, con qualche situazione simpatica, qualche battuta divertente e poco altro, infatti è prevedibile, scontato sciatto e scipito.
Inoltre tecnicamente la realizzazione è grandemente inferiore a tutti i film di animazione che oramai siamo abituati a vedere; è inferiore anche a qualche film di una dozzina di anni fa, in confronto Toy story (pioniere del genere) era fatto meglio e aveva soprattutto più anima.


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martedì 18 dicembre 2007

Animale Candidatus

Con viva sorpresa e gratitudine per i nostri inviati, abbiamo la possibilità di pubblicare un articolo su un recente accadimento: la scoperta dell'animale Candidatus.

Il mammifero Candidatus Concorsorum, appartiene al genere degli Speranzosus della famiglia degli Scio-ergo-titolatus-sum ed ha abitudini alquanto particolari e bizzarre.

Innanzitutto è una specie nomade, la si trova spesso in città grandi, vicino ad edifici che suggeriscono la possibilità di contenere tutto il branco. Per tale motivo si hanno fondate ragioni di credere che sia un animale di tipo sociale.
Ed invero, esistono altri indizi a sostegno di questa tesi.
Esso raramente è solo nelle sue migrazioni; durante gli spostamenti collettivi assume anche vesti comuni al fine di operare una mimesi sociale, una effettiva uguaglianza, probabilmente per confondere o sviare i predatori: ciascun Candidatus, quando si dirige verso il luogo di ritrovo del Branco assume la veste di Avvilitus, mentre nella fase di dispersione del Branco preferisce quella di Abrutitus o Sversus.

Non sono chiari i cicli che esso segue per gli spostamenti, pare che tali ritmi siano scaditi da una sorta di credo religioso o testo sacro che ha le sue radici nella cultura animista: La Gazzella Ufficiale.
L'animale Candidatus ha una vera e propria devozione verso detto testo tanto che sovente, nonostante il pondero e la fatica considerevole, reca seco una notevole quantità della citata reliquia in guisa di raccolta numerata.

Altra interpretazione afferma invece che il mammifero cerchi di non sentire il distacco e la separazione con quanto è abituato a comprendere e all'uopo conduce con se quanto ha di più caro

I predatori dell'Animale Candidatus appartengono al genere dei Commissarius della famiglia In-imo-crudeles.
Nonostante il perfetto camuffamento di questi ultimi nel branco Avvilitus, essi si distinguono dalle loro prede per l'atteggimento baldanzoso e per il caratteristico passo brioso e mostrina sul petto colorata, mentre, invece, il branco è seduto a testa china su preparati di cellulosa bianca.
Qualche studioso ha anche azzardato l'ipotesi, stante la perfetta somiglianza tra Candidatus e Commissarius, che entrambi appartengano al medesimo Ordine e che quindi sia una razza cannibale.

Nulla si sa delle abitudini riproduttive, appare tuttavia evidente che esse siano particolarmente vivaci a causa del fatto che nel breve tempo in cui il mammifero de quo è stato osservato, quindi circa tre anni, esso si sia moltiplicato aumentando in questo lasso di tempo del 33%.

Altra caratteristica che si evidenzia durante gli incontri di tre giorni, sono i richiami che il Candidatus articola: "Tu quale fai?". Tale locuzione palesa il fatto che, oltre ad essere fornito di un seppur primitivo linguaggio, ha una struttura sociale complessa basata sulle funzione e sull'attività svolte.

Pare ad una prima sommaria ispezione che il menzionato ordine sociale dei Candidatus abbia una gerarchia fluida composta dai seguenti elementi:
  • Ansiosus: sembra l'elemento preposto a rappresentarsi i possibili (o meno) problemi cui il Branco andrà incontro;
  • Docendi: sembra l'elemento preposto a rendere edotti i suoi consimili della sua (non 'propria') qualifica di Scio-ergo-titolatus-sum;
  • Discenti: appartengono a questa categoria coloro che hanno la funzione di abbattere il rischio di una eccessiva varietà di comp(-iti)ortamenti al fine di ottenere una asserita benefica omogeneità del risultato;
  • Principes fori: sembra l'elemento che, con una parlantina sciolta, non fluida, articolata e complessa, palesi agli altri Candidatus quanto essi stessi siano non beneficati da una approfondita conoscenza delle manifestazione dei testi sacri, bensì semplicemente miseri facchini della materiale epifania degli stessi.
All'ovvietà detta nuova specie sarà oggetto di altri e sempre maggiormente approfonditi studi.
Ribadendo l'importanza della scoperta (paragonabile al ritrovamento di Lucy), ringraziamo il nostro inviato e certi di nuovi e maggiormente completi studi dell'animale Candidatus, ci congediamo, da Blogicout per oggi è tutto!


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domenica 9 dicembre 2007

Come d'incanto - Recensione



Nel classico solco Disney ecco un film pieno di buoni sentimenti, soavi voci canterine, belle principesse che assomigliano a Julie Andrews, animali umanizzati e mele candite avvelenate.

Il film è prevedibile, tuttavia nella storia a lieto fine si intravvede una piacevole ironia solitamente sconosciuta.

Il principe tanto bello quanto prode e stupido, le canzoncine, un po' in stile Sirenetta, che rallegrano e ritmano, gli animali... bhé New York non ha certo la fauna del bosco delle favole.

Un film senza pretese con qualche situazione divertente ottimo per essere visto in famiglia a Natale in televisione mentre si apparecchia tavola.

Sufficiente


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martedì 27 novembre 2007

La vanità motore mobile

Mentre stavo tornando a casa da una giornata di lavoro sono passato davanti ad un colorificio. Pennelli, tempere, colori ad olio, pastelli a cera, pastelli a creta e quant'altro ogni Leonardo sopito o Michelangelo sedato da una eccessiva dose di insufficienze scolastiche in materia, potrebbe desiderare.

La mia mente fragile di lavoro e golosa di soddisfazioni, alla vista di tali affascinanti strumenti e delle conseguenti possibilità che mi avrebbero aperto, mi lanciava nella dimensione della struggente contemplazione delle mie future opere; già vagavo per tavole perfette, per arditi cromatismi armonici, per prospettive accattivanti e momenti di grazia; insomma vagavo per le lande in cui il riconoscimento del bello passava per l'ammirazione delle mie opere. In cui anche e soprattutto IO ammiravo il bello attraverso l'ammirazione delle suddette.

Tuttavia io palesemente non so disegnare.

Ciò per mia fortuna mi fece atterrare davanti alla vetrina del colorificio. A dimostrazione delle mie abilità, basti rammentare la faccia che ho apposto sulla mia foto in questo blog. La mia piena capacità non supera in maniera significativa quella che serve per tale aggiunta.

Per cui se basta vedere un pennello e una tela per avere una nostalgia del dipingere visto come realizzazione di se e del mondo, mi domando quanto la VANITA' abbia a che fare con la ripresa economica della nostra nozione o in generale con l'economia.

Ciò tanto più vale quanto più la vanità ha capacità persuasive subdole e di mimesi strabilianti, nonché declinazioni pressoché infinite quanto spesso irregolari. Parafrasando un mio "collega" (basta avere un foglio e una penna in mano, giusto?) "Vanità il tuo nome è donna!": cioé mezzora allo specchio (nel migliori dei casi) ed è un'altra persona, un'altra tentazione un altro acquisto; come diceva Al Pacino ne "L'avvocato del diavolo" "Adoro la vanità!".




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sabato 24 novembre 2007

Borne Ultimatum - Recensione

Il film che conclude la trilogia di Borne.

Riassunto: Borne, ex agente segreto ora redento e memore delle proprie azioni, è ricercatissimo a causa delle informazioni che possiede. L'unico modo per uscirne è far emergere la verità (argomento questo trattato in modo superficiale e un po' ipocrita) contro tutto e contro tutti o quasi. Ovviamente al fine di avere qualche speranza di uscirne vivo.

Comunque il film, la cui trama è assolutamente classica (rasentando il prevedibile), è sostenuto da un ritmo elevatissimo che riesce egregiamente a tenere desta l'attenzione. QUesta è l'unica cosa positiva.

Certo, talvolta sembra un film sui supereroi dei fumetti... certe cose riescono solo a lui, allora teniamocelo buono... con buona pace della sospensione dell'incredulità.

Ovviamente per questo ruolo a Matt è richiesta l'espressività di un plinto del ponte sullo stretto di Messina... pertanto il film che è quasi solo azione, non ne risente ...

Che dire, se piace la saga, il genere spystory estreme, o Matt potete andare a vederlo senza rimanere delusi altrimenti evitate.


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mercoledì 21 novembre 2007

La leggenda di Beowulf - Recensione


Sulla scia dei successi dei film fantasy nonché sull'onda degli effetti sempre più sofisticati della computer grafica è arrivato sugli schermi il film "La Leggenda di Beowulf".

Il film narra la vicenda di questo eroe, divenuto a causa di ciò Re, che libera la terra di antichi amici della sua gente dalla maledizione di un mostro, il Grendel, che distruggeva e uccideva tutto e tutti.

Tuttavia occorre precisare che questo non è il solito "fantasy"!. E' ciò da cui il fantasy è scaturito: leggenda autentica, mito, eroi, azioni nobili o errori mortali.
Questa trasposizione cinematografica è perfettamente godibile, scorre piacevolmente e soprattutto, ha una trama.
Siamo abituati ad avere film finti fatti solo di effetti speciali e sorrisi con denti bianchi mentre questa volta abbiamo un film vero di sorrisi, volti e mani finti.

La storia scorre perfettamente e Zemekis e Gaiman hanno fatto un ottimo lavoro.
Il mostro Grendel (e anche altri) crea ribrezzo come se effettivamente fosse reale. I colpi che sferra fanno comunque saltare sulla sedia. Inoltre come tocco di realismo vi sono anche alcune situazioni ironiche e scambi di battute divertenti.

Unica pecca tecnica riguarda, come sempre il 3D, la resa dei particolari anatomici più difficile come la bocca e le mani degli attore virtuali; per il resto capita di chiedersi se alcune immagini siano state girate dal vivo...

Un film consigliato e davvero godibile con personaggi (per merito della trama) a tutto tondo.



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giovedì 15 novembre 2007

Cronos e Narciso

Prima o poi farò un post su questo argomento...

Intanto vi ho anticipato il titolo.


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martedì 13 novembre 2007

Gesti eclatanti per cervelli muti

Tristemente veniamo da un fine settimana in cui purtroppo una persona, mentre andava allo stadio, è morta.
Ovviamente dispiace soprattutto perché (a quanto ne so ora) il defunto sembra una persona sconosciuta agli inquirenti per fatti di violenza.
Ma a parte questo tutti retoricamente chiedono alzando il volume della voce, dando fiato a vuote logore corde vocali, avendo previamente spento il cervello, grandi segni, una reazione forte, un gesto deciso.

No.

I gesti devono essere piccoli.

Mi spiego.

In questo paese in cui il volume della comunicazione è (o convincentemente sembra) molto più importante dei contenuti, occorre ripristinare il principio di legalità. Dico ripristinare poiché anche da parte di chi al contrario dovrebbe esserne ricolmo, tenendolo sempre presente, in tutti gli schieramenti politici (appare retorica, ma ahimè non lo è) sembra essersi dileguato come neve al sole a causa dell'effetto serra o fuggito per fare compagnia all'onore anch'esso assente.

Il principio di legalità, il senso di Cosa Comune inizia ad essere diffuso, comunicato, percepito, capito, discusso, apprezzato, goduto e difeso solo attraverso le piccole cose.

Le "caste", i piccoli privilegi, i retropensieri (a pensar male si fa peccato ma si ha ragione) devono essere abbandonati.

A mio avviso come fu per New York, occorre quindi iniziare dalle piccole cose: far pagare a tutti i biglietti dei bus, far multe per le cartacce buttate per strada, far rispettare i limiti di velocità sulle strade, ecc.

Solo così si avrà una percezione forte del fatto che quanto ci circonda è frutto di conquista, di sudore, fatica e non semplice oggetto di bravate, di bersagli per i sassi o per la vernice. solo così si impara a capire il valore della conquista, del rispetto reciproco, del godere di quanto costruito.

Così diventerebbe assolutamente impensabile "santificare", a causa di una emotiva e viscerale (o meglio istintiva e animale) percezione di una eccessiva sanzione, chi ha fatto ad esempio un reato con la frase però "alla fine cosa avrà mai fatto??" "E allora i mafiosi e gli assassini?" Oppure inalberarsi per la semplice applicazione di leggi decorose nei riguardi di chicchessia. Sembra quasi che la legge, nella testa di qualcuno, debba esere applicata esclusivamente al caso più eclatante, più crudo o più strombazzato.
Invece la forza della legalità è appunto questa: SEMPRE e TUTTI.

Quindi iniziando dove è più facile, da gesti piccoli.


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domenica 4 novembre 2007

Elizabeth The Golden Age - Recensione

Il film riprende la storia inglese; più precisamente una piccola parte della vita di Elizabeth, tra cui la fortunata vittoria sulla invincibile armata spagnola.

Il film è lento. Non intendo dire solenne, no, voglio dire proprio lento. comprensivo dei lenti tradimenti a palazzo, caute le congiure, i sempre meritevoli personaggi che brillano di britannicità...
Il tutto sempre molto lento.

Tuttavia è impressionante la bravura di Cate Blanchett. Lei sola riesce a dare un po' di respiro al film con una interpretazione intensa, viva, appassionata. Mimica, gestualità, prossemica, e quant'altro da regina!

Disgusta invece, il carattere macchiettistico con cui hanno rappresentato tutti gli altri personaggi: stupidi, ossessionati, pazzi, perfidi, ingrati, come solo nelle favole grottesche o nelle parodie del Bagaglino possono trovare posto.

Quindi un film solo per puri appassionati, gli altri, a mio avviso, evitino...

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martedì 30 ottobre 2007

Amarezze varie

Vite più o meno frenetiche, affaccendate, frettolose, concitate, affollate di impegni inutili o (per fortuna) ricercati e agguantati...

In tutto questo la sana calma (bene sempre più prezioso e raro) rimane alla porta con sorriso alla Monnalisa tra il dispiaciuto, il sornione, il paziente. Peccato che il figlio rimanga dietro di lei nascosto e noi scomodi maggiordomi di noi stessi rendiamo il nostro "principale" sempre più orfano di ricchezze e sempre più privo di una nazione e di un processo mentale approfondito cui appartenere.


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Resident Evil: Extinction - Recensione



Premetto non ho visto i prequel di questo film.

Siamo nel profondo incubo che periodicamente la fantascienza evoca. La razza umana, a causa delle azioni di qualche "professore" senza scrupoli, rischia la sopravvivenza. Solo pochi eletti, consapevoli della portata delle loro azioni in difesa del genere umano possono tentare di salvarlo.

Il pericolo è rappresentato dal un virus che rende gli uomini: non morti. Costoro, oltre ad avere una smodata fame di carne viva, una forza erculea, un'intelligenza infima, la possibilità di trasmettere il virus mediante i morsi, possono essere definitivamente uccisi solo se la cervice subisce una lesione "terminale", ad esempio con un colpo di pistola, un macete, o quant'altro.

Ma il virus ha bruciato tutta la vita sulla terra non solo quella degli uomini; così gli unici che sembrano sopravvivere in tanta apocalisse, oltre alla nostra protagonista Milla immune a tanta sfiga, sono i membri della Umbrella corporation, la società i cui membri sono responsabili della creazione e propagazione del virus; sopravvivono poiché rintatati in blindate residenze sotterranee.

Il film coi soliti, sempre efficaci mezzi cinematografici, qualche spavento lo fa prendere; tuttavia oltre ad essere abbastanza breve (cosa che da un certo punto di vista può essere l'unico pregio) è perticolarmente scontato sia nello sviluppo che nella conclusione aperta ad un altro episodio.

A causa del fatto che è stato tratto da un videogioco, il film ne risente. i cattivi sono a "livelli" di difficoltà e abbastanza prevedibili, così come di già visto risulta l'atmosfera alla Mad Max, o la metafora ceh alcuni uomini sani sono più cattivi e "morti" di tanti infetti.

Insomma, Milla non può bastare a rendere questo film degno di esse e visto.

Evitate


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mercoledì 24 ottobre 2007

Ratatouille - recensione

Finalmente un film d'animazione bello e accativante.
Protagonisti simapatici, antagonisti cattivi, spregevoli e credibili.

Ratatouille è la storia di due disadattati che simbioticamente emergono faticosamente nel mondo la fuori.
Remy, topo dall'olfatto sopraffino, curiosando nella vita degli umani conosce virtualmente, tramite la televisione, il cuoco Gusteau e i suoi consigli. Anche a causa di ciò si sente sempre un po' diverso dalla sua famiglia.

Invece, dall'altra parte della creatura simbiotica, c'è il giovane Linguini, un ragazzo con poche speranze, ancor meno pretese e adeguate incapacità da cuoco. Dinoccolato, imbranato e pauroso combina solo guai e si trova dentro una vicenda che, prevedibilmente, gli scivola di mano.

Il primo sente il bisogno di elevarsi dal suo stato, desidera una evoluzione, un miglioramento della propria condizione poiché ha visto e capito cosa gli era davanti, il secondo invece cerca solo di essere adeguato alla situazione in cui si trova.

Questo rapporto dinamico tra i due e i loro rispettivi desiderata muove la trama.

A perfetto compendio vi sono anche personaggi che con diversi intenti cercano di fermarli (chi per un proprio interesse chi credendo di fare del bene).
Inoltre vi sono altri personaggi che con tempi comici mirabili rendono ancora più gustoso il film.
Nonostante siano personaggi digitali, a mio avviso il film è molto recitato. Non ci sono solo le pur esilaranti fughe, i concitati inseguimenti, le impreviste cadute, ecc...
I personaggi recitano, e lo fanno bene. Le gag sono sia di movimento o acrobazia sia di situazione. Ad esempio basti ricordare che in una scena è sufficiente l'inquadratura di un pollice a far ridere.

In definitiva il film è bello riuscito divertente. Giudizio : Soddisfazione massima.




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martedì 16 ottobre 2007

Stardust - Recensione


La favola moderna scritta da Neil Gaiman è stata trasportata al cinema.
L'atmosfera che il libro riusciva a creare attorno al lettore è stata riprodotta abbastanza fedelmente. Non così fedelmante, invece, è sta ta trasposta la trama.

Complessivamente (a parte un episodio, verso la fine, rilevante per la trama in cui davvero non sono riuscito a capirne il motivo..) il film riesce a coinvolgere lo spettatore.

Si riesce ad assaporare le atmosfere rarefatte, l'aria pura e le infinite possibilità che il mondo "oltre il muro" promette e permette.

In poche parole il film è la trasposizione dei temi classici: la felicità è più vicina di quanto ci si aspetti nonché le capacità di ognuno emergono alla bisogna.

Nel film si intrecciano e convivono l'aspetto romantico, avventuroso, comico e anche quello gotico, il tutto ovviamente sostenuto da un cast di prima scelta.
Credibili e apprezzati Tristan (interpretato da Charlie Cox), la smorfiosa Victoria (un'interessante Siena Miller) e la splendente stella caduta Yvaine (Claire Danes).
Un po' macchiettistico è risultato De Niro nei panni di un pirata...
Ottima la prestazione artistica della perfida strega Michelle Pfeiffer, tanto cattiva quanto miracolosamente bella nonostante l'età.
Come compendio ci sono anche altri personaggi che non solo rendondo più completa la descrizione del mondo delle favole, ma la arricchiscono: i simpatici fratelli (ciascuno ansioso di diventare il nuovo re) pretendenti al trono di Stormhold che utili ad alleggerire la narrazione (peraltro mai noiosa, anzi) e a fornire spunti umoristici contribuiscono al divertimento; nonché il guardiano del muro o i rudi pirati.

Un film bello edificante e divertente.
Consigliato

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mercoledì 10 ottobre 2007

Surfs up - recensione



Un altro prodotto sintetico sui pinguini dalla genuinità autentica!
Questo film di animazione in computer grafica è la storia di un pinguino sognatore di Ghiacciano Terme che contro tutti e tutto riesce a coronare il suo sogno di diventare surfista professionista.

Incontra uccelli effemminati frenetici e di buoni propositi, castori (forse) coi capelli a spazzola e polli sinceri(autentici). Il tutto in memoria di un leggendario surfista (pinguino pur'esso) e contro il cattivo borgataro (almeno nella versione italiana) 'distruggitore' di avversari.

Interessante anche lo sviluppo della trama (la trama in sè resta prevedibile) poiché è costruita come una sorta di retrospettiva con le interviste alle persone che conoscono il protagonista coraggioso.

Alcune scenette con i famigliari e amici sono esilaranti.
Consigliato.




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martedì 2 ottobre 2007

Ramayan - recensione

E' la prima volta che mi accosto ad un fumetto indiano, credo poi di essere in buona compagnia per la verità.

La storia, a quanto dice la copertina rielabora i miti indiani e offre una visione attuale disegnata Abhishek e sceneggiata da Dasgupta.

Francamente sembrerebbe tutto già visto: una antica e altezzosa civiltà in declino, un olocausto antico, dei saggi non ascoltati, una lotta interna tra le mura della reggia e un'ingiustizia palese perpetrata al protagonista Rama (di sangue e cuore nobili) e la fine del mondo in arrivo.

Tuttavia la storia (a parte la difficoltà nel riconoscere e leggere nomi chiaramente non appartenenti ai nostri linguaggi) procede bene, i disegni sono sempre molto dettagliati, anche se rifiniti come schizzo, e sono funzionali e comunicativi, inoltre le decorazioni esotiche (per il mio gusto) contribuiscono a creare l'atmosfera giusta.

Pertanto alla fine del primo libro (sembra ne siano previsti in tutto tre) mi spiaceva di non avere sotto gli occhi gli tra le mani gli altri volumi. In buona sostanza sono stato contento dell'acquisto fatto.

Bene bravi ancora.


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lunedì 1 ottobre 2007

Hairspray - recensione

In una America degli inizi degli anni sessanta, ancora tranquilla, in cui lentamente gli anni cinquanta si stavano spegnendo, una cicciottella ragazzina con tanti sogni e una bella voce scombussola la vita di Baltimora.

Il sogno di costei è andare a ballare in televisione, insomma fare la velina ante litteram anche se con la capacità di cantare e ballare. Nella realizzazione del suo percorso trova ad ostacolarla una freddissima e spaventosamente bella Michelle Pfiffer che interpreta una mamma ambiziosa già vincitrice (ai suoi tempi) di una gara di bellezza che sponsorizza la biondissima figlia carina ma scipita.

Sul tema della realizzazione dei sogni si radicano anche tematiche più serie come il razzismo e la diversità che vengono solo accennati trattandosi di un musical allegro.

Alla fine emergono un Jhon Travolta nei panni abbondantissimi della mamma della giovincella, e la algida (per questa occasione) Pfiffer crudele e spietata pur di riuscire a far vincere alla figlia il concorso di miss Lacca.

Il film un po' lento è decoroso. Tocca e sorvola tanti argomenti, ma senza lasciare il segno. Le canzoni carine non sono memorabili.

A prezzo ridotto può valere la pena.


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giovedì 27 settembre 2007

Ritmi trascinanti


Ho avuto la possibilità di vedere gli Stomp.
Per chi non lo sapesse si tratta di un gruppo di artisti che ha scelto il ritmo e l'acrobazia come strumento per esprimersi.

Pertanto, durante tutto lo spettacolo di due ore, che richiede una notevole dose di forza ed energia da parte della Compagnia, viene messa in risalto la maestria, la forza fisica, la coordinazione personale e corale, il senso del ritmo e talvolta anche l'eleganza delle scene.
Il ritmo è il signore incontrastato di tutte le acrobazie. Partendo da semplici gesti quotidiani, come spazzare il pavimento, gli otto artisti riescono a giocare, creare, far divertire e coinvolgere il pubblico.

Sembra uno spettacolo che conduce agli albori dell'uomo, il tutto in senso positivo, poiché rende l'essenziale, palesa il gusto per la rivalità, per la coralità, il tutto mediante suoni e acrobazie che si alternano, rincorrono e contrastano.

Talvolta lo spettacolo è simile alle danze degli All Black, altre volte è simile alle danze spagnole oppure al balli di strada dei quartieri "alternativi", altre volte è vicino a sonorità e riminiscenze sonore protoindustriali, o alla locomotiva che invade il Far West. Comunque i movimenti dei nostri otto sono sempre perfettamente a tempo.Impressionanti.

Forse due ore di ritmo possono sfibrare ma a "spezzare" il tempo e allontanare anche solo il rischio della monotonia vi sono le scenette di uno dei componenti, poi diventato il beniamino del pubblico, che ironizza sui compari e se stesso.

Uno spettacolo davvero godibile. Consigliato


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giovedì 20 settembre 2007

Racconta tu

Ogni volta che, con animo sereno, si frequentano luoghi in cui si è a contatto con la sofferenza non si può far a meno di notare come fragile sia l'uomo. Sembra una profonda e al contempo banale considerazione, però mi pare opportuno farla ugualmente.

Mi riferisco soprattutto all'atteggiamento che spontaneo emerge tra occasionali vicini in quelle sale d'aspetto.

Ciascuno ha una storia mirabile, incredibile, ma soprattutto personale (o quasi) da raccontare: deve essere raccontata ai presenti affinché possano rimanere ammirati della fortuna dell'oratore o indignati dall'imperizia del medico sciagurato.
Tuttavia, è opportuno non essere i primi ad iniziare questa tenzone silenziosa. Infatti si assiste a brevi dialoghi di studio accorto e prudente per sondate gli uditori: frasi tipo da quanto tempo è ricoverato, o sotto cura, oggi cercano di dimettere presto, però... Oramai la tecnologia che hanno fa vedere tutto tuttavia...
A me è capitato di sentire questo dialogo:
"Si figuri che qui al pronto soccorso non si sono accorti che mi ero rotta 9 costole! Solo il giorno dopo al pronto soccorso di xx si sono accorti!"
"E a me che per sei mesi di esami non si sono accorti di un calcolo. Pensi che si vedeva soltanto se mi facevano la radiografia da disteso perché da impiedi si nascondeva sotto qualcosa!"
Io volevo dire: "Pensate che proprio oggi non si sono accorti che ero già morto!".

Ma forse ho fatto bene a tacere.

lunedì 17 settembre 2007

Parole chiare

Una parola che si sente dire non solo dalla gente "comune", ma purtroppo anche dai giornalisti, è inquietante.
Oramai la povertà di linguaggio e di vocabolario di chi per mestiere (non per maestria) lavora con le parole è imbarazzante... ops inquietante.
Forse per utilizzare forme verbali riconoscibili (alias che non riescano ad accendere il cervello di chi le ascolta), forse per un abuso di slogan o di frasi fatte (alias parole che non possano accendere il cervello di chi le ascolta) o forse per una male appresa arte della retorica, il vocabolario della lingua italiana è vilipeso ed offeso da una povertà figlia della pigrizia e dell'ignoranza.

Un esempio di retorica male applicata, e una figuraccia cui si poteva ovviare semplicemente capendo le parole usate, è un recente servizio televisivo che ho ascoltato.
Il discorso era incentrato sull'anniversario della morte della giornalista Oriana Fallaci.
Non credo servano parole di presentazione in merito.
Però l'autore del servizio televisivo la descrive come una testimone del nostro tempo.

Ora mi sembra proprio una frase opinabile o più precisamente sbagliata.

Non si può certo descrivere Oriana Fallaci come una impassibile macchina da presa, come una persona che semplicemente osserva e ricorda passivamente quanto le capitava di vedere e ciò a cui assisteva.
A mio avviso (di serie B), più che testimone è stata una protagonista del nostro tempo, con idee, scritti, libri, opinioni chare e sempre espressi in maniera incisiva e capace.
Quindi, per lei, testimone è, retoricamente, parzialmente riduttivo.

venerdì 14 settembre 2007

Turista perfetto

Ho avuto la fortuna di poter viaggiare. Sono andato in terre lontane per motivi pieni di gioia.
Come me, in giro per le strade della mia magnifica meta cittadina del 1700, vi erano altri turisti.
Sembravano super organizzati, seguivano diligentemente, come avrei fatto anch'io, la guida nei musei, nei locali, nei distributori di souvenirs.
Salivano, pecore mansuete, su tutti i pullman, carrozze o traghetti fosse previsto dal programma, riuscendo ad ottimizzare il numero di musei, palazzi, chiese o quant'altro visitati.

Tuttavia se il turista è l'ultimo residuo dell'uomo viaggiatore ed esploratore di un tempo, che incontrava nuovi popoli, che era mosso dalla curiosità, mi chiedo se quest'ultimo non sia davvero estinto.
Più che dalla curiosità mi sembrava che la pacifica orda fosse guidata da quello spirito adolescente che spronava, durante la collezione di figurine, gli accaniti a sfogliare le doppie di amici o rivali e sciorinare la famigerata litania dei célo célo manca manca.

Spero pertanto di riuscire a cogliere in me questi sintomi, quando cioé avere la foto è più importante di sapere cosa sto fotografando, o capire cosa spinse l'autore a realizzare quell'opera è più importante di dire "ci sono stato".
Spero di avere sempre la curiosità di capire.
Quanto poi ad incontrare un popolo diverso dal mio,... bhé spero di aver la pazienza e il buon gusto di incontrare le persone.

La foto si riferisce ad un affresco di una villa poco conosciuta e ancor meno frequentata da turisti: célo!! Io ci sono stato :)

giovedì 23 agosto 2007

Shrek Terzo

Anteprima della terza puntata della vita da favola riguardante il protagonista più brutto della storia.

La storia è semplice, Shrek deve sostituire il re, ritiene che non è un lavoro per lui e allora decide di cercare un degno successore del re.

Ciò mentre il sempre presente principe Azzurro trama e complotta per ottenere la corona del regno di molto molto lontano.

A parte alcune trovate carine, come ad esempio il regalo che Biancaneve offre a Fiona al seguito della notizia della di lei gravidanza, e altre trovate circa le principesse delle favole, il film ha poco sviluppo.
E' meno irriverente, meno ironico, più piatto.

Sul piano tecnico nulla da dire, sembra fatto bene, perfino gli occhi di Ciuchino quando cerca di fare il micinoocchidolci.

Gradevole ma sotto le aspettative, nulla di paragonabile al primo; forse vale la pena vederlo a noleggio piuttosto che al cinema.



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mercoledì 22 agosto 2007

Ricerca tecnologica

In un aggettivo, per quanto mi riguarda, sarebbe chimerica.

Sono circa quattordici anni che cerca di creare una piattafroma informatica per i miei siti... Nel frattempo sono intervenute generazioni di programmatori nuove, si è sviluppato per consumer la tecnologia dei database come MySql o Oracle, il php si è evoluto, flash era una promessa vettoriale rivoluzionaria.

Poi è arrivato il Css, Ajax, javascript all'ennesima potenza... e io arranco nel tempo libero per raggiungere una struttura che sia adatta e mirata per le mie esigenze. Chimeriche.

Così ho deciso, almeno per ora, di usare quanto di prefatto il web offriva...


Immagine tratta da http://www.sandrocastelli.com/works/chimera2.jpg


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lunedì 20 agosto 2007

I Doni

Ursula Le Guin è una garanzia. Questo vale almeno peri miei gusti.

Nel libro che ho appena letto (I doni) raconta la storia di un ragazzo dei monti.

Lassù tra i villaggi vi sono varie famiglie dell'antica stirpe e ogni famiglia ha un dono. Chi può chiamare gli animale e addestrarli, chi può consumare, chi può ottenere sempre l'obbendienza, chi, invece, come la famiglia del protagonista, ha il dono del disfare del distruggere.

La gente normale abita molto più sotto nella valle, a parecchi giorni di cammino, e l'antica stirpe, agli occhi di costoro, è soltanto mito.

Il romanzo breve, narra di come Orrec, questo il nome del ragazzo, a poco a poco prenda sulle sue spalle, le proprie responsabilità di figlio del capo del clan, apprenda la sofferenza del lutto e la difficoltà delle scelte, nonché la sottile arte della politica e della diplomazia.

Tutto ciò è narrato col solito stile asciutto dell'autrice, stile che comunque sottolinea e rende maggiormente vivido quanto accade e l'intimo del protagonista e la psicologia del personaggi.

Non escludo che ci possa essere un seguito...

Consigliato

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domenica 19 agosto 2007

Vacanze

Agognate, sperate, strapagate e martoriate da un tempo inclemente piovigginoso, uggioso e volubile.

Ma nessun problema: l'organizzzazione permette di trovare strade al divertimento anche quando la calura e il rischio di una banale insolazione sono allontanati da Eolo. I pensieri alternativi, le trovate di serie B sono talvolta vincenti.

Acquistati oggetti di plastica la cui superfice è equidistante da un punto centrale (alias biglie), agevolati dalla sabbia umida e compatta di pioggia, Blogico e la combriccola con la quale era in vacanza hanno organizzato un fantastico Gran Premio con le biglie.

La spiaggia pressoché vuota (aveva piovuto fino a pochi momenti prima) permetteva ai rigurgiti di una dignità mai sopita un'attività pari al minimo sindacale.

Quindi, una volta tracciato il percorso, c'è stato un frenetico adoperarsi per adattare la propria postura a quella maggiormente vantaggiosa per la schicchera più profiacqua, un accucciarsi sulle gambe, un protendere le braccia, un appoggiarsi al polso, un dondolarsi sui talloni, ecc...
Il tutto nel miglior spirito dell'Isola che non c'è. Tanti Peter Pan entusiasti e combattivi.

E in questa ottimale situazione un pizzico di orgoglio affiancava il pensiero: "Però riusciamo a divertirci pure quando il tempo è uno schifo e sei al mare...".

Unica notazione negativa riguarda il fatto che dopo la partita, come mai era capitato quando a tutto diritto si frequentava quell'Isola, legamenti, giunture, muscoli, tendini, dita, braccia, gambe, glutei, unghie e altro hanno palesato le loro rimostranze a tale attività.

Beata fanciullezza.

Comunque, su due, ho vinto la prima gara. Ecco


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sabato 11 agosto 2007

I privilegi dei politici: gli unni e gli atri

C'è poco da stare allegri.

Ogni giorno anche in agosto (periodo in cui notoriamente giornali e telegiornali parlano solo di abbronzatura e storie rosa) siamo costretti a sentire in che modo i nostri politici sono riusciti a mettersi in ridicolo.

Talvolta lo fanno in maniera così spudorata, grossolana, tanto che si penserebbe al primo aprile... ma siamo invece fuori stagione. E forse è per questo che ne dicono tante.. ci sono i saldi anche per le esternazioni fuori stagione.

La prima esternazione riguarda la maggioranza e la proposta di vendere le riserve auree della Banca d'Italia. Prodi afferma è bene parlrarne. Tuttavia un punto chiave del dibattito riguarda il principio di indipendenza finanziaria della Banca d'Italia, che non può essere obbligata a cedere le riserve auree e valutarie. Oltretutto anche la BCE ha parola in merito.

L'altra che viene all'orecchio è quella del prosindaco di Treviso Gentilini che suggerisce una sorta di pulizia etnica contro gli omosessuali (non era questo il termine da lui usato).
Vero è che non sempre i leghisti si sono distinti per levatura culturale, ma certi eccessi sono comunque ECCESSI.

L'ultima perla riguarda invece Caruso PRC (che l'altro ieri, da giovane, predicava la disobbedienza civile ora, maturo, coerentemente si è fatto eleggere tra gli onorevoli).
Costui con un volo pindarico in cui anche lo sforzo merita lo sdegno afferma che Treu (ex Ministro del Lavoro) e Biagi (assassinato dalle BR il 19 marzo 2002 e consulente del Ministero del Lavoro) sono degli assassini, attribuendo a questi ultimi responsabilità circa le morti bianche.
Generale dissociazione e critiche feroci da parte di tanti politici sia di maggioranza che di opposizione.

Orbene, quanto riassunto manifesta delle tendenze dei politici italiani che piacciono punto poco.
In primis...
Unni
A cosa serve razziare l'oro e venderlo se strutturalmente il Sistema Italia fa acqua?
Vendere l'oro degliItaliani per ripianare il debito degli Italiani... furbi questi al governo...
Chi prende e intasca le commissioni??
Qualunque massaia capisce che un atto del genere serve solo a rimandare l'inevitabile contribuendo a rendere solo più sonoro e doloroso il tracollo.
Sarebbe giustificato per una situazione imprevista come per esempio fu per l'attentato alle Torri Gemelle di NY per il quale la BCE e altre Banche Centrali intervenirono massicciamente per stabilizzare la situazione.
Questo è diventata la politica? Razziare dove c'è qualche bene e venderlo? Gli Unni erano più acuti. Almeno Raziavano quello che serviva loro, ma che non era LORO, bensì di altre popolazioni.
E poi, data l'impossibilità legale (a quanto pare) di vendere questo oro da parte del Governo, affermare che "è positivo il dibattito su una possibile vendita" significa aver affidato al proprio ufficio stampa la politica del paese, alla faccia del voto degli italiani...
Inoltre rendere positiva una notizia compromettente pare la politica dello struzzo.

In Secundis..
Atri o Antri
Purtroppo vediamo che la responsabilità per le parole e le azioni dei politici rimane sempre più lettera morta. Qulunque normale cittadino avrebbe avuto seri problemi per quanto detto. e Ulteriormente non solo sono immuni dalla responsabilità civile ma pare anche da quella politica.
Ma parlando proprio di diritti e discriminazioni qualcuno è più uguale di altri.
E poi, certe volte le esteranazioni sembrano il frutto di premeditazione; faccio fatica a credere che quelle frasi e determinate accuse siano dettate da buona fede.
Forse è il caso di rassegnarci Caruso, come altri, pescano idee e parole dal loro cuore nero.
Oppure da luoghi assolutamente vuoti di ogni virtù o intelligenza in cui l'unica voce rimbomba fino a perdere significato.

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venerdì 10 agosto 2007

Temporale

Pensieri sparsi senza confronto con la realtà.

Chissà cosa pensavano gli antichi dei temporali.
Chissà cosa ne pensavano sul serio, fuori dai miti, cioé.
Chissà se essi, quando sentivano rimbombare tutto il cielo e la terra, si rasserenavano pensando "Ma tanto è solo Zeus!" oppure "Lasciamo che Thor si sfoghi!".

La boria tecnologica spesso esce sconfitta, invece, dalle varie manifestazioni tanto visibili e scientificamente capite e riproducibili, quanto emotivamente significative.

Nessuna equazione di Maxwell o simile, per quanto intellettualmente stimolante (per chi no conosce) avrà lo stesso diretto impatto sulla persona.

La verità è che questi fenomeni hanno perso solo la loro antica aura magica e tuttavia conservano appieno (cosa forse più mirabile nella epoca dei guardoni) la loro capacità di rapire l'occhio, meravigliare, turbare la mente, affascinre, riempire i polmoni e stupire.

Chissà se i miti da sempre nascondono l'invidia umana. L'invidia di chi istintivamente si rende conto che per quanto "sappia fare" non riuscirà mai ad eguagliare il fascino terribile ed estatico di certi spettacoli naturali.
Sicché ci si compiace, con aria saputa alle volte accondiscendente alle altre, di spiegare e raccontare ciò che orgogliosamente (a contrastare l'invidia) si ha miticamente o scientificamente capito.

Da tali estemporanee e quindi solo suggestive elucubrazioni mi sono reso conto che, per certi versi, miti e scienza hanno gli stessi fini.

Pensieri di una notte di 2/5 di estate...

martedì 7 agosto 2007

BVI da una mail

Da una mail di una amica della mia morosa posto un post su un posto che sembra almeno carino!!!!

Pigro pomeriggio all'insegna del dolce far niente: capito per caso sul sito www.bvi-turismo.com e.. resto ammaliata dalle spiagge delle Isole Vergini Britanniche!
Comincia così un viaggio all'insegna del mito dei pirati, su spiagge dai nomi che tanto ricordano l'Olandese Volante e i suoi compari.
Sul sito ho trovato un'area che raggruppa le offerte dei tour operator, seguendo l'ispirazione data da secoli di scorribande e gozzovigliate varie dei bucanieri, ho scelto un'offerta di quelle che abbinano soggiorno in barca e a terra e viaaa: abbiamo veleggiato nelle acque di Tortola, Virgin Gorda e altre meraviglie!

Le "biviai" vengono chiamate così, all'inglese, dagli affezionati habitué.. perché ci si puo' soltanto affezionare a un paradiso del genere: la nostra base era la Marina di Tortola, l'isola principale, centro della vita dei velisti di Tortola: consiglio colazione con pancakes e smootie (una specie di frullato a base di frutta molto buono!! forse c'è anche panna, non so, so solo che è buonissimo) al Genaker Café e una capatina nei negozi lungo tutta la marina: molti ovviamente dedicati a sailing e diving, ma non solo: ci sono anche deliziose piccole boutique di artigianato locale e piccole galleria d'arte zeppe di colorate, allegre creazioni caraibiche!

L'isola che ho amato di piu' è sicuramente Virgin Gorda: che meraviglia la spiaggia di The Baths: grandi massi che uno sull'altro stanno pigramente raccolti sulla spiaggia, e in un punto creano addirittura una sorta di cava (The Cave, appunto) con cunicoli e gallerie fra cui passeggiare con l'acqua che accarezza le caviglie e giochi di luce che sono uno spettacolo!

e poi, x chi voglia concedersi una giornata all'insegna del lusso discreto che caratterizza le BVI, un consiglio: attraccate a di Peter Island, isola con un resort omonimo, con una magnifica SPA, aperta da poco, e un panorama mozzafiato! Consiglio di fare l'aperitivo (rigorosamente a base di Moet & Chandon!) al tramonto su uno dei punti panoramici piu' belli dell'isola, da cui si ammira il Dead Man's Chest, isolotto su cui Johnny Depp e compari hanno girato parte dei Pirati dei Caraibi !

Secoli di storia e d'avventura, leggende di pirati che si intrecciano a cocktail a base di rhum - famigerato il Painkiller a base di rum scuro ananas e cocco.. si vocifera che sia la noce moscata l'ingrediente che lo rende così speciale, ma non abbiamo conferme ufficiali :-)
Questi gli ingredienti dei 10 giorni che ci hanno visto veleggiare a vista fra le isole, isolotti a pelo d'acqua o semplici scogli vulcanici: spiagge bianchissime e palme, mangrovie, e poi l'acqua che si tinge di mille tonalità di verde, azzurro, blu e una miriade di colori che ora, sigh, sono purtroppo solo lo sfondo del mio desktop in ufficio!! ..e pensare che fare un tuffo dal nostro dinghy era un'abitudine dopo il caffè del mattino - o meglio, dopo lo smootie !

La vacanza si tinge d'avventura, e la gente del posto è così cordiale.. la musica, la vela, il cielo e il mare.. sarà retorica, ma questo è il PARADISO!!!

Avrei piacere di verificare di persona comunque... Già! Già!

venerdì 3 agosto 2007

Reduce


Il libro di Giovanni Lindo Ferretti Reduce lascia senza fiato.

L'autore, ex cantante dei C.C.C.P. successivamente C.S.I., leader del moviemnto musicale dei Punk italiani racconta la sua esperienza.

Mi permetto di non considerarla semplicemente una biografia (e con questo è mia intenzione lodare l'opera), ma valutarla come una lettura attenta, acuta e lucida della storia che scorreva insieme alla vita dello scrittore.

Il libro racconta le sue origini umili e contadine, i suoi primo punti di riferimento ( la nonna), il suo accostarsi al dolore (la morte del padre) nonché alle sue varie rielaborazioni vissute dalle persone a lui care; poi narra delle vicende politiche degli anni 70 e 80 in Italia e non solo, delle sue passioni giovanili e della maturità che facendosi strada tra le illusioni e le bugie riesce a farsi riconoscere.

Poi le domande inevitabili e la conversione al cattolicesimo.

Lascia senza fiato dicevo. Come la sorpresa per qualcosa di inaspettato, come la gioia di vedere qualcosa di bellissimo solo attraverso la luce abbagliante quanto istantanea del lampo.

L'autore con una personalissima prosa ( sulle prime un po' densa), con semplicità esemplare, con lucidità spietata, con durezza che solo la sincerità può avere, esprime i suoi pensieri, le sue valutazioni e le sue esperienze.

Un libro che arricchisce anche nel caso in cui non siate del suo parere.

Lo consiglio vivamente.

Novelli 'Odisseo' parte V

Sorpassata la forca caudina del PIC ed il susseguente attendere, nuove mirabili incombenze spettano ai Candidati.
  • Atto nono della novella Odissea:
Si attende. Le fila si ingrossano mentre i PIC si svuotano. Bene ad un cenno dei pastori la mandria si muove.
Ci fanno salire delle scale e usciamo di nuovo al sole. Nuovo padiglione e un nuovo "prato" in cui più o meno la mandria si disperde. Però, in concomitanza vengono distribuite una penna e una busta con all'interno il prestamapato delle risposte da crocettare senza (ovviamente) domande.
I più audaci sbirciando dentro la busta capiscono il numero di domande che avrà la prova.
e Il tutto mentre si ridiscendono altre scale.
E' proprio vero che i giovani di oggi sono più svegli di quelli di una volta.
  • Atto decimo della novella Odissea:
Non tutti sono così ottimisti. Solo qualcuno audace, capace invero di sbirciare il prestamapato avrebbe avuto l'ardire, il coraggio e la positività necessaria per immaginare ciò.
I nostri pastori (le hostes di questo posto sperduto chiamato fiera) ci portano ora in un nuovo prato, un nuovo angar da esplorare... e in cui attendere nuovamente.
  • Atto undecimo della novella Odissea:
Gioia della gioia ci portano in un ennesimo altro prato. Questa volta però è cosparso di sedie e tavoli...
Finalmente, è l'angar dove si svolgerà la prova.
Seduti, aspettiamo che tutto il nostro branco arrivi... e aspettiamo per una buona quarantina di minuti in cui con ondate costanti i banchi si riempivano.

Il resto è concentrazione e cronometro: meno di 40 secondi a domanda.
Il tutto nella speranza che (avendo pascolato per tutti quei prati) il compito, per il bene del concorso, non sia una conseguenza fisiologica.

martedì 31 luglio 2007

Novelli 'Odisseo' parte IV

Orbene, il viaggio alla ricerca del periplo della Speranza prosegue.
  • Atto sesto della novella Odissea:
Cercando di gestire la pazienza per inopportuni "domandatori" o mantenendo le distanze dai "motori", si cerca di capire come gli organizzatori di questo viaggio vacanza (per la verità poco spensierato) hanno organizzato il tutto.
I candidati, già divisi in scaglioni di orario, vengono ulteriormente suddivisi, sempre con criterio alfabetico, per agevolare le operazioni di identificazione. Ciò affinchè ai vari banchi non si affollino 26mila (e dico ventiseimila in senso letterale) forsennati e ansiosi candidati che agitano in aria la propria carta di identità.
Ebbene gli organizzatori hanno inventato il PIC alias la Postazione di Identificazione Candidato in corrispondenza della quale possono presentarsi solo i soggetti alfabeticamente segnalati.
In breve tempo riesco a vedere quale è il mio. Già la prima soddisfazione. Ciò rincuora circa la possibilità di svolgere un concorso fatto bene.
Nonostante la palese e totale inutilità del PIC ai fini di una buona prova o di una postazione ipoteticamente più vantaggiosa, spesso tra i candidati che ovviamente non si conoscono, avviene inspiegabilmente la seguente conversazione "Tu che PIC hai?" ... "Ah, io invece ho il numero x peccato".
Cui prodest?
  • Atto settimo della novella Odissea:
All'orario stabilito, tramite un altoparlante muto (una rarità tecnologica), viene comunicato che inizieranno le operazioni al fini di indirizzare i candidati.
E le operazioni iniziano al di là della portacarraia in fondo all'angar a sinistra.
I Candidati che mentre occupavano l'angar citato sembravano quasi speranze cui mancavano solo le ali, vengono trasformati in un attimo in una mandria di nervosi bovini.
Così, appena la porta carraia si solleva ha inizio la transumanza.
Nonostante che la porta sia larga almeno 5 metri, non è mai sembrata così inadeguata a far passare la mandria di sbuffanti candidati.
  • Atto ottavo della novella Odissea:
La Postazione di Individuazione del Candidato.
Cerchi il banco con numero PIC corrispondente al tuo. Ti rechi colà. Fornisci il tuo documento di identificazione.
Ti danno una busta, cartoncino identificativo da loro firmato, firmi anche tu, ti restituiscono documento di identità o equipollente da te precedentemente fornito...
E ben venuti in sala di aspetto.

sabato 28 luglio 2007

Novelli 'Odisseo' parte III

Già sommariamente ho dato conto delle tipologie di persone presenti. Approfondiamo quanto salta agli occhi. Ogni studente universitario ha avuto modo di osservare questi comportamenti ad ogni esame, più qualche altro non ancora annoverato.
  1. I ripassatori. Candidati che forsennatamente sfogliano le consunte (solitamente sottolineate con vari colori) fotocopie delle domande che potrebbero essere sottoposte alla prova o del libro che meglio dovrebbe preparare in base a quanto affermato dal loro amico, conoscente, parente o amico di un conoscente o parente, ma comunque genio della materia.
  2. I domandatori. Canditati che adrenalinicamente riescono a produrre una quantità incredibile di casi limite ai quali sembra che nessuno riesca a dare una risposta decorosa che ottemperi al principio x o alla direttiva y...
  3. I mimi. Candidati che stanno immobili, talvolta fumando con calma, quasi sottoposti a terapia a base di chetamina. Sguardo perso, mascella serrata e movimenti lenti.
  4. I sottotono. Candidati che sotto il peso della responsabilità non riescono ad avere una energia vitale adeguata alla situazione e si trascinano da una parte all'altra cercando di capire informazioni che involontariemante si ostinano a non sentire.
  5. I comitati. Candidati che attratti gli uni verso gli altri da spirito 'solidaristico' si riuniscono a parlare di argomenti di esame che hanno trovato difficili o più ostici, senza decenza e sincerità alcuna.
  6. I motori. Candidati che nervosissimi sfogliano i libri o gli appunti, oppure fumano con accanimento, oppure ancora parlano come avessero velocità doppia.
Altri ve ne sono, ma meno rilevanti. Ora torniamo alle stazioni della via crucis (o più aulicamente e classicamente) odissea del candidato che preferisco: me.

Novelli 'Odisseo' parte II

Il vento dell'odierno Eolo (alias la Pubblica Amministrazione bisognosa che ha indetto il nostro concorso), per mezzo del suo moderno Mercurio (la Gazzetta Ufficiale) invita i candidati a trovarsi a Roma.
Pertanto stante l'orario della prova occorre arrivare e trovare sistemazione il giorno prima.
  • Questa può essere definita come la prima stazione della via crucis del candidato, la prima disasvventura del nostro moderno Odisseo.
L'esperienza talvolta e le conoscenze talaltra aiutano a trovare un luogo decoroso dove passare la notte e un locale che fornisca per la cena cibi eduli per stomaci stressati dall'attesa.
Se così non è... ci si dovrà accontentare di un riparo equivoco o squallido e di un economico fast food con cibo non propriamente di qualità.
  • Atto secondo della novella Odissea:
Durante la notte i più fortunati sogneranno domande cui sanno rispondere, gli altri si agiteranno tormantati nel sonno da inflessibili quanto tremende maestre delle elemenatari memori di qualche pagina del sussidiario che ci si era, illo tempore, omesso di studiuare.
  • Atto terzo della novella Odissea:
Ingurgitato qualcosa per colazione, ci si dirige verso il luogo fatale. Ovviamente esso non è mai dietro l'angolo ed anzi è lontanissimo da ogni forma di civiltà. Il numero minimo di mezzi da prendere è sempre oscillante tre i 4 e i 6. Sicché è più sicuro, soprattutto per le coronarie in caso di errore di linea o di direzione, prendere un taxi.
Ovviamente occorre non por mente al cospicuo costo per salvaguardare la parvenza di autocontrollo e lucidità che devono pervenire perfettamente intatte e funzionali fino al momento della prova.
E vada per il taxi.
  • Atto quarto della novella Odissea:
Trovato l'indirizzo presso cui verrà svolto il concorso (ciò viene acclarato mediante la sibillina esclamazione del tassista : " Teh, qua c'è movimento. Phò scenne, è quil concosso), ci si addentra nella selva di "hostess" e addetti che, nonostante l'inconsapevole azione di accompagnatori che disinformano e aggrovigliano ogni scibile, dovrebbero indirizzare il candidato bulimico di informazioni.
  • Atto quinto della novella Odissea:
Ora nell'immenso padiglione, dentro cui potrebbe parcheggiare un aereo di linea anche senza retromarcia, sono accampati i candidati scanditi e ordinati da file di sedie blu o nere che si rincorrono a perdita d'occhio. Qui non c'è traccia di eco... è troppo grande infatti, sembra che la voce all'interno si perda.
Ma ciò nonostante ciò sono presenti le urla, gli schiamazzi, la gente che si sbraccia da una parte all'altra dell'immobile parlando al telefono e gridando "mi vedi? MI VEDI? SOno quello che agita il braccio!".
Sarebbe da rispondergli "E ti sento pure!".
Come per Ulisse nella terra di Ogigia occorre soffermarsi e, per distogliere il pensiero ossessivo della prova, osservare la fauna (scusate la brutalità) accampata e migrante.

giovedì 26 luglio 2007

Novelli 'Odisseo' parte I

Famoso è il richiamo che la parola concorso esercita sulle menti dei disoccupati o sottooccupati.
Pertanto, l'occasione di partecipare ad un concorso è, dai più, considerata ghiotta.
Ma a tali eventi (poiché di ciò si tratta) si unisce anche il popolo dei cercatori di possibilità, nonché quello dei verificatori di capacità. Essi sono persone che, per loro motivi, desiderano misurarsi e cimentarsi sui citati banchi di prova a prescindere dalle loro effettive necessità.
Ma ulteriormente vi è un altro popolo che affolla questi eventi: gli accompagnatori.
Padri, madri, fidanzati o fidanzate, fratelli e sorelle che supportano spiritualmente il canditato; talvolta più agitati di quest'ultimo corrono a destra e a sinistra per cercare di capire e carpire informazioni per lo più inutili al loro caro.
L'insieme di tutto ciò contribuisce a creare una frizzante atmosfera di angoscia controllata (almeno per i più), di nervosismo represso, insomma sarebbe la festa di ogni produttore di ansiolitici.
Poi si aggiunga che questi eventi si svolgono in zone sperdute delle grandi città, zone percorse solo da autostrade lontane o tangenziali e sopraelevate vicine, zone in cui, se c'è una stazione ferroviaria, non ha la bigliatteria, zone in cui, quando c'è un refolo di vento, ti immagini di vedere Clint Eastwood sbucare col suo cappellaccio e i cinturoni.
Sicché la mia ultima esperienza sarà oggetto dei prossimi interventi (sempre di serie B) su questo BLOG.



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domenica 22 luglio 2007

Un minimo di struttura

Ogni lavoro ha la sua struttura. Pertanto ritengo giusto illustrare ai numerosi frequentatori la stuttura del mio "blogico".

Gli argomenti che saranno oggetto di label e di cui quindi in senso lato mi occuperò, sono:

  • Arte
  • Autore
  • Costume
  • Lavoro
  • Luoghi
  • Morale
  • Politica
  • Psicologia
  • Recensione_film
  • Recensione_fumetto
  • Recensione_libro
  • Recensione_musica
  • Recensione_spettacolo
  • Religione
  • Tecnologia
  • Varie

Ovviamente ciascuna di queste declinate con una logica personale.

Mi riservo il diritto di aumentare le categorie a mio piacimento... quando lo riterrò opportuno.

sabato 21 luglio 2007

Autore in pixel


Una foto che mi ritrae.

Tengo a precisare che la tenuta che sfoggio in questa foto dell’agosto ‘05, foto che mi ritrae in Val d’Aosta con tanto di calzettoni militari, non è un vezzo o una consaspevole scelta di vestire innovativo nel campo della moda, bensì è causata dalla mia totale assenza di interessamento al mondo delle Tendenze e del Fashion.

Saluti

martedì 17 luglio 2007

Inizio

Solitamente si inizia dalla A e si arriva (tempo permettendo) alla Z.
Io preferisco iniziare dalla B.
Inizio da Blogico o meglio dalla logica di serie "B"... la mia.

Tutto il mio blogico sarà pervaso da questo sentore, da questo filo conduttore, che mi piace pensare essere sempre nascosto, mai in prima fila, ma l'essenziale trama che sottesa all'estetica, la sostiene.

Buona lettura e a presto su canale "B".
Ciao