venerdì 10 agosto 2007

Temporale

Pensieri sparsi senza confronto con la realtà.

Chissà cosa pensavano gli antichi dei temporali.
Chissà cosa ne pensavano sul serio, fuori dai miti, cioé.
Chissà se essi, quando sentivano rimbombare tutto il cielo e la terra, si rasserenavano pensando "Ma tanto è solo Zeus!" oppure "Lasciamo che Thor si sfoghi!".

La boria tecnologica spesso esce sconfitta, invece, dalle varie manifestazioni tanto visibili e scientificamente capite e riproducibili, quanto emotivamente significative.

Nessuna equazione di Maxwell o simile, per quanto intellettualmente stimolante (per chi no conosce) avrà lo stesso diretto impatto sulla persona.

La verità è che questi fenomeni hanno perso solo la loro antica aura magica e tuttavia conservano appieno (cosa forse più mirabile nella epoca dei guardoni) la loro capacità di rapire l'occhio, meravigliare, turbare la mente, affascinre, riempire i polmoni e stupire.

Chissà se i miti da sempre nascondono l'invidia umana. L'invidia di chi istintivamente si rende conto che per quanto "sappia fare" non riuscirà mai ad eguagliare il fascino terribile ed estatico di certi spettacoli naturali.
Sicché ci si compiace, con aria saputa alle volte accondiscendente alle altre, di spiegare e raccontare ciò che orgogliosamente (a contrastare l'invidia) si ha miticamente o scientificamente capito.

Da tali estemporanee e quindi solo suggestive elucubrazioni mi sono reso conto che, per certi versi, miti e scienza hanno gli stessi fini.

Pensieri di una notte di 2/5 di estate...

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