martedì 27 novembre 2007

La vanità motore mobile

Mentre stavo tornando a casa da una giornata di lavoro sono passato davanti ad un colorificio. Pennelli, tempere, colori ad olio, pastelli a cera, pastelli a creta e quant'altro ogni Leonardo sopito o Michelangelo sedato da una eccessiva dose di insufficienze scolastiche in materia, potrebbe desiderare.

La mia mente fragile di lavoro e golosa di soddisfazioni, alla vista di tali affascinanti strumenti e delle conseguenti possibilità che mi avrebbero aperto, mi lanciava nella dimensione della struggente contemplazione delle mie future opere; già vagavo per tavole perfette, per arditi cromatismi armonici, per prospettive accattivanti e momenti di grazia; insomma vagavo per le lande in cui il riconoscimento del bello passava per l'ammirazione delle mie opere. In cui anche e soprattutto IO ammiravo il bello attraverso l'ammirazione delle suddette.

Tuttavia io palesemente non so disegnare.

Ciò per mia fortuna mi fece atterrare davanti alla vetrina del colorificio. A dimostrazione delle mie abilità, basti rammentare la faccia che ho apposto sulla mia foto in questo blog. La mia piena capacità non supera in maniera significativa quella che serve per tale aggiunta.

Per cui se basta vedere un pennello e una tela per avere una nostalgia del dipingere visto come realizzazione di se e del mondo, mi domando quanto la VANITA' abbia a che fare con la ripresa economica della nostra nozione o in generale con l'economia.

Ciò tanto più vale quanto più la vanità ha capacità persuasive subdole e di mimesi strabilianti, nonché declinazioni pressoché infinite quanto spesso irregolari. Parafrasando un mio "collega" (basta avere un foglio e una penna in mano, giusto?) "Vanità il tuo nome è donna!": cioé mezzora allo specchio (nel migliori dei casi) ed è un'altra persona, un'altra tentazione un altro acquisto; come diceva Al Pacino ne "L'avvocato del diavolo" "Adoro la vanità!".




Powered by ScribeFire.

sabato 24 novembre 2007

Borne Ultimatum - Recensione

Il film che conclude la trilogia di Borne.

Riassunto: Borne, ex agente segreto ora redento e memore delle proprie azioni, è ricercatissimo a causa delle informazioni che possiede. L'unico modo per uscirne è far emergere la verità (argomento questo trattato in modo superficiale e un po' ipocrita) contro tutto e contro tutti o quasi. Ovviamente al fine di avere qualche speranza di uscirne vivo.

Comunque il film, la cui trama è assolutamente classica (rasentando il prevedibile), è sostenuto da un ritmo elevatissimo che riesce egregiamente a tenere desta l'attenzione. QUesta è l'unica cosa positiva.

Certo, talvolta sembra un film sui supereroi dei fumetti... certe cose riescono solo a lui, allora teniamocelo buono... con buona pace della sospensione dell'incredulità.

Ovviamente per questo ruolo a Matt è richiesta l'espressività di un plinto del ponte sullo stretto di Messina... pertanto il film che è quasi solo azione, non ne risente ...

Che dire, se piace la saga, il genere spystory estreme, o Matt potete andare a vederlo senza rimanere delusi altrimenti evitate.


Powered by ScribeFire.

mercoledì 21 novembre 2007

La leggenda di Beowulf - Recensione


Sulla scia dei successi dei film fantasy nonché sull'onda degli effetti sempre più sofisticati della computer grafica è arrivato sugli schermi il film "La Leggenda di Beowulf".

Il film narra la vicenda di questo eroe, divenuto a causa di ciò Re, che libera la terra di antichi amici della sua gente dalla maledizione di un mostro, il Grendel, che distruggeva e uccideva tutto e tutti.

Tuttavia occorre precisare che questo non è il solito "fantasy"!. E' ciò da cui il fantasy è scaturito: leggenda autentica, mito, eroi, azioni nobili o errori mortali.
Questa trasposizione cinematografica è perfettamente godibile, scorre piacevolmente e soprattutto, ha una trama.
Siamo abituati ad avere film finti fatti solo di effetti speciali e sorrisi con denti bianchi mentre questa volta abbiamo un film vero di sorrisi, volti e mani finti.

La storia scorre perfettamente e Zemekis e Gaiman hanno fatto un ottimo lavoro.
Il mostro Grendel (e anche altri) crea ribrezzo come se effettivamente fosse reale. I colpi che sferra fanno comunque saltare sulla sedia. Inoltre come tocco di realismo vi sono anche alcune situazioni ironiche e scambi di battute divertenti.

Unica pecca tecnica riguarda, come sempre il 3D, la resa dei particolari anatomici più difficile come la bocca e le mani degli attore virtuali; per il resto capita di chiedersi se alcune immagini siano state girate dal vivo...

Un film consigliato e davvero godibile con personaggi (per merito della trama) a tutto tondo.



Powered by ScribeFire.

giovedì 15 novembre 2007

Cronos e Narciso

Prima o poi farò un post su questo argomento...

Intanto vi ho anticipato il titolo.


Powered by ScribeFire.

martedì 13 novembre 2007

Gesti eclatanti per cervelli muti

Tristemente veniamo da un fine settimana in cui purtroppo una persona, mentre andava allo stadio, è morta.
Ovviamente dispiace soprattutto perché (a quanto ne so ora) il defunto sembra una persona sconosciuta agli inquirenti per fatti di violenza.
Ma a parte questo tutti retoricamente chiedono alzando il volume della voce, dando fiato a vuote logore corde vocali, avendo previamente spento il cervello, grandi segni, una reazione forte, un gesto deciso.

No.

I gesti devono essere piccoli.

Mi spiego.

In questo paese in cui il volume della comunicazione è (o convincentemente sembra) molto più importante dei contenuti, occorre ripristinare il principio di legalità. Dico ripristinare poiché anche da parte di chi al contrario dovrebbe esserne ricolmo, tenendolo sempre presente, in tutti gli schieramenti politici (appare retorica, ma ahimè non lo è) sembra essersi dileguato come neve al sole a causa dell'effetto serra o fuggito per fare compagnia all'onore anch'esso assente.

Il principio di legalità, il senso di Cosa Comune inizia ad essere diffuso, comunicato, percepito, capito, discusso, apprezzato, goduto e difeso solo attraverso le piccole cose.

Le "caste", i piccoli privilegi, i retropensieri (a pensar male si fa peccato ma si ha ragione) devono essere abbandonati.

A mio avviso come fu per New York, occorre quindi iniziare dalle piccole cose: far pagare a tutti i biglietti dei bus, far multe per le cartacce buttate per strada, far rispettare i limiti di velocità sulle strade, ecc.

Solo così si avrà una percezione forte del fatto che quanto ci circonda è frutto di conquista, di sudore, fatica e non semplice oggetto di bravate, di bersagli per i sassi o per la vernice. solo così si impara a capire il valore della conquista, del rispetto reciproco, del godere di quanto costruito.

Così diventerebbe assolutamente impensabile "santificare", a causa di una emotiva e viscerale (o meglio istintiva e animale) percezione di una eccessiva sanzione, chi ha fatto ad esempio un reato con la frase però "alla fine cosa avrà mai fatto??" "E allora i mafiosi e gli assassini?" Oppure inalberarsi per la semplice applicazione di leggi decorose nei riguardi di chicchessia. Sembra quasi che la legge, nella testa di qualcuno, debba esere applicata esclusivamente al caso più eclatante, più crudo o più strombazzato.
Invece la forza della legalità è appunto questa: SEMPRE e TUTTI.

Quindi iniziando dove è più facile, da gesti piccoli.


Powered by ScribeFire.

domenica 4 novembre 2007

Elizabeth The Golden Age - Recensione

Il film riprende la storia inglese; più precisamente una piccola parte della vita di Elizabeth, tra cui la fortunata vittoria sulla invincibile armata spagnola.

Il film è lento. Non intendo dire solenne, no, voglio dire proprio lento. comprensivo dei lenti tradimenti a palazzo, caute le congiure, i sempre meritevoli personaggi che brillano di britannicità...
Il tutto sempre molto lento.

Tuttavia è impressionante la bravura di Cate Blanchett. Lei sola riesce a dare un po' di respiro al film con una interpretazione intensa, viva, appassionata. Mimica, gestualità, prossemica, e quant'altro da regina!

Disgusta invece, il carattere macchiettistico con cui hanno rappresentato tutti gli altri personaggi: stupidi, ossessionati, pazzi, perfidi, ingrati, come solo nelle favole grottesche o nelle parodie del Bagaglino possono trovare posto.

Quindi un film solo per puri appassionati, gli altri, a mio avviso, evitino...

Powered by ScribeFire.