sabato 28 luglio 2007

Novelli 'Odisseo' parte II

Il vento dell'odierno Eolo (alias la Pubblica Amministrazione bisognosa che ha indetto il nostro concorso), per mezzo del suo moderno Mercurio (la Gazzetta Ufficiale) invita i candidati a trovarsi a Roma.
Pertanto stante l'orario della prova occorre arrivare e trovare sistemazione il giorno prima.
  • Questa può essere definita come la prima stazione della via crucis del candidato, la prima disasvventura del nostro moderno Odisseo.
L'esperienza talvolta e le conoscenze talaltra aiutano a trovare un luogo decoroso dove passare la notte e un locale che fornisca per la cena cibi eduli per stomaci stressati dall'attesa.
Se così non è... ci si dovrà accontentare di un riparo equivoco o squallido e di un economico fast food con cibo non propriamente di qualità.
  • Atto secondo della novella Odissea:
Durante la notte i più fortunati sogneranno domande cui sanno rispondere, gli altri si agiteranno tormantati nel sonno da inflessibili quanto tremende maestre delle elemenatari memori di qualche pagina del sussidiario che ci si era, illo tempore, omesso di studiuare.
  • Atto terzo della novella Odissea:
Ingurgitato qualcosa per colazione, ci si dirige verso il luogo fatale. Ovviamente esso non è mai dietro l'angolo ed anzi è lontanissimo da ogni forma di civiltà. Il numero minimo di mezzi da prendere è sempre oscillante tre i 4 e i 6. Sicché è più sicuro, soprattutto per le coronarie in caso di errore di linea o di direzione, prendere un taxi.
Ovviamente occorre non por mente al cospicuo costo per salvaguardare la parvenza di autocontrollo e lucidità che devono pervenire perfettamente intatte e funzionali fino al momento della prova.
E vada per il taxi.
  • Atto quarto della novella Odissea:
Trovato l'indirizzo presso cui verrà svolto il concorso (ciò viene acclarato mediante la sibillina esclamazione del tassista : " Teh, qua c'è movimento. Phò scenne, è quil concosso), ci si addentra nella selva di "hostess" e addetti che, nonostante l'inconsapevole azione di accompagnatori che disinformano e aggrovigliano ogni scibile, dovrebbero indirizzare il candidato bulimico di informazioni.
  • Atto quinto della novella Odissea:
Ora nell'immenso padiglione, dentro cui potrebbe parcheggiare un aereo di linea anche senza retromarcia, sono accampati i candidati scanditi e ordinati da file di sedie blu o nere che si rincorrono a perdita d'occhio. Qui non c'è traccia di eco... è troppo grande infatti, sembra che la voce all'interno si perda.
Ma ciò nonostante ciò sono presenti le urla, gli schiamazzi, la gente che si sbraccia da una parte all'altra dell'immobile parlando al telefono e gridando "mi vedi? MI VEDI? SOno quello che agita il braccio!".
Sarebbe da rispondergli "E ti sento pure!".
Come per Ulisse nella terra di Ogigia occorre soffermarsi e, per distogliere il pensiero ossessivo della prova, osservare la fauna (scusate la brutalità) accampata e migrante.

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