venerdì 20 giugno 2008

Identità

La vita è fatta di incontri.
Di scambi di attenzioni, di litigi, di affinità affettive o cognitive. C'è qualcosa di quella persona che abbiamo incontrato che non ci piace oppure che ci piace.
insomma QUELLA persona è proprio ....
Come??
Possiamo possiamo dire che sia simpatica oppure allegra, o ancora è particolare, ecc.
Ma cosa rende quella persona quella persona?

Non lo so.

Ci sarà capitato di incontrare una persona, conoscerla diventare suo amico, poi (noi diciamo) lui è cambiato, ma nonostante questo siamo rimasti amici.

Forse vuol dire che la qualità che riconoscevamo in quella persona è rimasta e che quindi il cambiamento ha interessato il predetto ha agito su un aspetto che non ci colpiva, cui non davamo peso?
Se così fosse l'identità di quella persona non risiedeva in quella qualità. E quindi non risiede in nessuna qualità.

Allora in cosa risiede?
Ritengo invece doveroso fare un'altra precisazione e mi domando se l'identità è una sorta di aggregato delle qualità attualmente presenti nella persona ("persona" che a sua volta sarebbe una qualità dell'aggregato stesso -cfr. Mach-)

Non credo.
Cosa è il nocciolo dell'identità?

Non penso sia una sorta di commistione tra genetica e storia personale. Troppe falle in questa teoria smentita di fatto per ogni parto gemellare.
Non è quindi una sciarada deterministica.
Non penso neanche che per far emergere il concetto di identità sia necessaria l'autocoscienza, poiché anche quando una persona dorme o ha uno stato psichico alterato rimane a godere della propria identità.
A dimostrazione di ciò basti pensare e ragionare sul vocabolo "idiota". Lo si attribuisce spesso a chi reputiamo privo di qualche rotella ed effettivamente, ma non solo, poiché sentiamo in egli una caratterizzazione così elevata che la sua "identità" coincide con la sua particolarità.

Allora forse l'identità come orpello della propria autocoscienza, oppure identità come unicità non storica o genetica o culturale della propria esistenza, l'identità come univocità di comportamenti (esteriori e interiori) risiede altrove.

L'unico pensiero che riesco ulteriormente a sviluppare è che tale identità, pertanto, ci è abbondantemente fornita da quanto più ci unisce: l'esistenza soprattutto nella sua migliore accezione la vita.



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1 commento:

Anonimo ha detto...

cito testualmente: "Ci sarà capitato di incontrare una persona, conoscerla diventare suo amico, poi (noi diciamo) lui è cambiato, ma nonostante questo siamo rimasti amici"

mio caro, si vede proprio che sei un uomo.. a una donna capita così di rado.. :-p

ciasai