lunedì 1 settembre 2008

Le cronache di Narnia. Il principe Caspian - Recensione

Mi ha emozionato.

Un film che ha un tratto molto più maturo rispetto al suo precedente. Un film in cui i cattivi riescono a dare credibilità ad una storia fantasy (ideata per fanciulli) e profondità ai personaggi.
Anche qualche colpo di scena permette di rimanere incollati (almeno per me) allo schermo.

In questa trasposizione dei libri di C.S.Lewis i quattro re di Narnia fanno ritorno al loro regno richiamati dal principe Caspian.
Per tutti il ritorno è una delusione. Per i nostri fratelli Pevensie sono passati solo pochi mesi mentre per gli abitanti di Narnia più di mille anni.
Quindi tutti rimangono delusi da questo ritorno poiché si aspettavano qualcosa di diverso: gli abitanti di Narnia i re saggi e forti delle leggende (tali erano diventati) e non i ragazzi semisconosciuti di un millennio prima, i nostri fratelli sognavano la Narnia di quando se ne erano andati, non un luogo devastato da odio e assassinii...
Ma, ciascuno con i propri errori, piano piano si avvicineranno gli uni agli altri.

Perter rimane coerente: sempre presuntuoso, Lucy la più fedele ad Aslan permette con il suo candore e la sua fiducia negli amici di incanalare le energie di tutti verso binari migliori. Azzeccata anche la crescita di Edmund, diventato più pragmatico e meno permaloso (personaggi in cui ancora è viva la vergogna per quanto fatto precedentemente a vantaggio della Regina dell'Inverno).

Ho molto apprezzato la caraterizzazione dei cattivi operata da Castellitto e Favino: una spanna sopra i cattivi. Tanto Tilda Swinton era algida, fredda e crudele perfetta nella sua cristallizzazione di un "cattivo" temibile nelle lande fantastiche di Narnia, Tanto i nostri attori sono concreti, spietati e titubanti in una parola credibili persone vere.Ciò lirende una spanna sopra (soprattutto Castellitto).

Un film non solo per ragazzi in cui l'allegoria e l'apologia diventano arte raggiungendo tutte le età.

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