sabato 18 aprile 2009

Abisso di cristallo - Recensione



Il grande David Eddings assieme alla moglie Leigh ha inizato una nuova saga cosidetta "dei sognatori".

Purtroppo però lo smalto che contraddistingueva il nostro veterano autore evidentemente si è affievolita se non estinta. Infatti se nelle sue saghe più famose (Belgariad e Mallorean nonché Eleni e Tamuli) sebbene qualche personaggio potese sembrare stereotipato comunque riusciva manteneva una originalità nell'ambientazione e nei dialoghi che rinfrescava la lettura, qui invece si assapora un clima a mio parere già consueto quasi polveroso.

La novità forse è solo nei nomi dei personaggi poiché professioni e attitudini rimangono le medesime, anche i dialoghi sono assolutamente prevedibili e oramai il canone del "mostra" non "raccontare" della letteratura sfuma in un fasidioso ed eccessivo compiacimento. In poche parole ci si stufa spesso di vedere sogghignare personaggi a battute vecchie, stereotipate (anche in base alla nazione di appartenenza) e logore ma soprattutto non divertenti. non si capisce perché i presenti dovrebbero ridere o sogghignare.

Ulteriormente tutti i passaggi sono sempre gli stessi e lo sviluppo della trama sempre il medesimo, sempre lo stesso iter e gli stessi stupori che sanno un po' falso.

Tristmente questo autore, che per la verità mi era piaciuto ne "La Redenzione di Althalus", in peggiora sempre più. Rimane una lettura senzasoddisfazione.
L'ironia e le risate che caratterizzava i primi romanzi (e cicli) e la loro lettura è riamsta tutta in essi.

Ammetto che acquisterò il prossimo libro di questo ciclo, ma è soltanto una sorta di compulsione, alla collezione, una manifestazione di affetto e stima per un autore che non più quello che mi piacerebbe che fosse e che so che era. Ma spero in una "redenzione".

Ci sono libri migliori e più originali. Evitate.

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