mercoledì 5 agosto 2009

Educazione siberiana - Recensione


Nicolai Lilin di origine sberiana nasce e cresce in Transnistria regione moldava nella quale la sua famiglia venne deportata negli anni '30,
Qui si svolge la sua infanzia e gli insegnamenti per diventare un "cirminale onesto".
Il contesto in cui si inserisce tale educazione è palesemente e vividamente diverso da quello consono e consueto a noi, o almeno a me. Tanto che leggere come l'autore è diventato un "criminale onesto" conforme alla tradizione siberiana da lui citata trasmette la medesima sensazione che i prova da ragazzi a leggere Salgari.
Tuattavia, adentrandosi nella lettura, emerge cruentemente la realtà del racconto e l'ossimoro cui sono instradati a vivere. Emerge come nonostante la razionalità di certe tradizioni o comportamenti la violenza sia accettata e ripudiata allo stesso tempo.

Faccio fatica a condividere, e ovviamente non sono tenuto a farlo, certi comportamenti e certi punti di vista, ma è sicuramente illuminante vedere come vengono vissute la legge, le tradizioni, le responsabilità, ecc. da una cultura che si discosta molto dalla mia.

L'autore che ora vive in Italia scrive direttamente in italiano sicchè nel testo ci sono molte "impurità" linguistiche di cui però non mi lamenterò grazie comunque alla freschezza del racconto, alla lealtà della narrazione e alla semplicità con cui vengono afferte a l lettore.

Un libro affascinante che mi ha permesso di vedere uno scorcio di una vita aliena a quanto considero normale, un libro che cattura e aiuta a riflettere sulle diversità e sul significato delle tradizioni.

Convintamente consigliato

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