lunedì 10 agosto 2009

Il Gioco dell'Angelo - Recensione



Una Barcelona gotica e misteriosa, il fascino dei libri e la storia di uno scrittore maledetto,
una scrittura godibile e dal fascino ben noto ai lettori che hanno imparato ad amarla ne L'Ombra del Vento.

Questi, in sintesi, i pregi del romanzo di Carlos Ruiz Zafon, che,
quasi come si legge sui foglietti illustrativi dei medicinali, ha una posologia ben precisa:
va letto tutto d'un fiato!

E questo risulta facile per le prime 400 pagine: la trama si si sviluppa pian piano e il pathos cresce man mano che si procede. Velocemente, invece, si impara ad amare il protagonista David, la libreria di Sempere che già aveva vividamente popolato le pagine de L'Ombra del Vento, le Ramblas e il barrio Montjuic. Si spera, con David, che i suoi sogni si avverino, si sospetta, si corre, si cambia, ci si innamora, si soffre e si indaga.

Poi, all'improvviso, la storia si arrotola su se stessa.
Non una spiegazione razionale per la piega che prendono gli eventi, non un motivo plausibile per
spiegare cio' che accade e perche' accade.. che dire? Leggete ma fermatevi a pag xxx? Non leggete? Leggete e accontentatevi del finale? Oppure riscrivete il vostro cercando di trattenere il fiato come durante la prima parte del romanzo? , nostro parere, va letto e assaporato e poi, una volta arrivati alla fine, reinventato, à la façon de Ruiz Zafon prima maniera. Buona lettura!

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